mercoledì 30 maggio 2012

ignominia d'Europa


Prossima al caos, perché non all’altezza dei mercati,
lontana dei dalla Terra che a te prestò la culla.
Quello che con l’anima hai cercato e consideravi tuo retaggio,
ora viene tolto di mezzo alla stregua di un rottame.
Messo nudo alla gogna come debitore, soffre un Paese
al quale dover riconoscenza per te era luogo comune.
Paese condannato alla miseria, la cui richezza,
ben curata, orna i musei: preda che tu sorvegli.
Coloro che, in divisa, con la violenza delle armi funestarono il Paese
ebbro d’isole, tenevano Hölderlin nello zaino.
Paese a stento tollerato, di cui un tempo tollerasti
i colonnelli in veste di alleati.
Paese privo di diritti, al quale un potere che i diritti impone,
stringe sempre più la cintola.
Sfidandoti, veste di nero Antigone e dovunque lutto
ammanta il popolo di cui tu fosti ospite.
Eppure fuori dai confini il codazzo dei seguaci di Creso
ha ammassato tutto ciò che d’oro luccica nelle tue casseforti.
Trangugia infine, butta giù! gridano i claqueur dei Commissari,
ma Socrate ti restituisce irato il calice colmo fino all’orlo.
Malediranno in coro gli Dei ciò che possiedi,
quando il tuo volere esige di spossessare il loro Olimpo.
Priva di spirito deperirai senza il Paese
il cui spirito, Europa, ti ha inventata.
(Traduzione di Claudio Groff, poesia di Gunter Grass)

lunedì 28 maggio 2012

stardust



una delle più belle fiabe che abbia mai letto. Ho avuto la fortuna di ricevere in dono il libro illustrato da Charles Vess, ed è stato davvero come entrare ancor di più nella magia.
L'autore, Neil Gaiman, oltre ad inventarsi una storia ricchissima di eventi inaspettati, emozioni forti, sorprese ed un finale nuovo, ha avuto il grande merito di documentarsi prima di scrivere del Regno delle Fate. E' una cosa molto bella, e un tantino rara mi sembra. Con tutte le baggianate che si sentono dire e si leggono in giro sulle presunte tradizioni magiche, sui riti più assurdi, sulle stramberie più sceme, è bello vedere che Gaiman, pur scrivendo una storia inventata (ma quanto?...) ha inserito nel suo racconto degli elementi della religiosità pagana che sono veritieri, ed ha trattato il Piccolo Popolo col rispetto che gli è dovuto, senza far diventare nessuno una Winx, un Cavaliere dello Zodiaco o un personaggio caricaturale ed inventato senza nessun rispetto per le antiche fiabe e leggende che si narrano, di famiglia in famiglia di paese in paese, da generazioni.
E' stato un piacere dolcissimo seguire le avventure di Tristran Thorn e Serafina. Mi sono affezionata a tutti i personaggi, o quasi, ed ho visto ancora una volta quanto noi e le creature fatate possiamo assomigliarci, nel bene e nel male, almeno per ciò che riguarda il carattere, i pensieri, l'indole. Ho visto quanto di buono c'è in una serie di miti, racconti, segreti riguardanti una cultura, tante culture, devastate da chi per secoli ha voluto fare della propria cultura la Sola. Ed oggi, che c'è una nuova cultura, quella del vuoto riempito a caso con cose inutili, penso a quanto bene faccia leggere storie così, che fanno venir voglia di prendere tutto il Buono possibile e metterlo nelle nostre vite, sceglierlo per la nostra quotidianità.
E' stato un piacere dolcissimo scoprire che ancora mi intenerisco per le storie d'amore, se non sono trite e mal scritte.
E' stato un piacere leggere una favola per adulti, con la sua dose di crudeltà e dolore anche, che l'hanno fatta assomigliare di più a qualcosa che noi mortali conosciamo bene. Per questo viene ancor più voglia di crederci, perché non è "la favoletta".
Come dice Robert Parkin (anche se in tutt'altro contesto), "la magia definisce la scienza determinandone i confini".
Molti probabilmente hanno visto il film, è di qualche anno fa, io non lo ricordo ma più di una persona mi ha detto che è bello.
Il libro invece me lo ricorderò di sicuro, e posso dire con certezza che è straordinario, come lo sono le sue incredibili illustrazioni. :)

Neil Gaiman


...E tuttavia era ancora vivo e poteva sentire il vento tra i suoi capelli. La nuvola stava solcando i cieli come un galeone con tutte le vele spiegate e guardando il mondo dall'alto sapeva che non si sarebbe mai più sentito vivo come in quel momento. Mai prima di allora aveva percepito così intensamente la bellezza del cielo e la bellezza dell'istante vissuto. ...

mercoledì 23 maggio 2012

domenica 20 maggio 2012

trachinie


era da un po' che non vi beccavate una tragedia. ;)
Dunque, ancora Sofocle, che pure stavolta è perfetto, preciso nel linguaggio e nel ritmo, attento a caratterizzare tutti i personaggi, anche alcuni di quelli secondari come l'immancabile nutrice. Li caratterizza praticamente tutti, tranne una. Lei. La Iole, la rovinafamiglie. Che c'avrebbe pure un nome simpatico, sai di quelli che ti fanno venire in mente una bella ragazzotta romagnola che ti prepara la piada d'estate.
Invece qui è l'involontaria causa di un colossale sfacelo.
Dunque Ercole, sposato con Deianira ma gran puttaniere 8ebbe almeno settanta mogli..), durante una delle sue missioni per salvare la Grecia perde la testa e l'ormone per la Iole, però il padre di lei si rifiuta di concedergliela come concubina (e chi può biasimarlo, cuore di papà). Ercole sappiamo che tipo era, uno irruente per usare un eufemismo..quindi per vendicarsi del padre, Eurito, distrugge la città della quale Eurito è re. Che già qui, tu pensa al giorno d'oggi che certi padri farebbero la firma per dare la propria figlia appena o non ancora maggiorenne a Berlusconi..vabbé.
Ercole, il simpaticone, dopo quindici mesi che non torna a casa dai figli e da Deianira (la quale è giustamente delusa dal suo comportamento, e pure un tantino incazzata), che fa? Resta nella città appena rasa al suolo perché deve celebrare i sacrifici a Zeus, però manda alla cara mogliettina dei doni per farle sapere che è vivo e, di nuovo, vincitore. Fra i doni ci sono, soprattutto, un gran numero di schiave, provenienti dalla città conquistata..e chi ci sarà mai fra loro? La Iole.
Deianira, prima ancora di sapere che Ercole s'era ingrifato per lei, prova una pena infinita per Iole, figlia di re e bellissima ma costretta in schiavitù da un uomo che sì, sarà anche un eroe, ma nel rapporto di coppia fa cagare. Quando scopre che Iole dividerà il letto con lei, si altera un tantino, ma si ricompone e pensa di imbibire un peplo con un magico filtro d'amore, e mandarlo come dono a Ercole, che così dovrebbe rimanere innamorato di lei e scordarsi la Iole.
Peccato che, quando Ercole indossa il peplo, scopre che era imbibito di un veleno potentissimo, devastante, e ovviamente senza antidoto. E pure Deianira lo scopre in quel momento, era stata ingannata. Pure il loro figlio maggiore, Illo, lo scopre, e vede morire suo padre fra atroci sofferenze. Va ad accusare la madre, poi capisce che è un'assassina inconsapevole e disperata, epperò non riesce a chiarirsi con lei perché Deianira per il senso di colpa si suicida. In punto di morte Ercole chiede al figlio di bruciarlo vivo così porrà fine alle sue sofferenze, nonché un altro "piccolo favore". Testuale eh: "concedimi, accanto ai favori più grandi, un'altra piccola grazia."
Cosa gli chiede, all'adorato figlio maggiore? Di sposarsi la Iole, cosicché nessuno fuori dal sangue di Ercole abbia mai modo di possederla.
Quindi Illo si trova costretto a sposarsi quella che è stata causa della morte di entrambi i suoi genitori.
Ora, chi legge qui sa che praticamente mai io riassumo i libri che leggo, ma questo è così ridicolo che non può dirsi un riassunto dai. :)
L'ho scritto per farvi capire, se non aveste letto questa tragedia, quello che ho provato io.
Primo, di fronte alla straordinaria fantasia e talento narrativo di Sofocle (come di Euripide ed Eschilo), che dovendo scrivere un testo con regole precise in merito ad argomento, personaggi, ritmo, lunghezza, linguaggio, è sempre riuscito a dare ampio spazio alla propria creatività.
Secondo, di fronte alla magnifica quanto spaventosa verità che tutti abbiamo un lato oscuro, anche un eroe "positivo" come Ercole.
Terzo, di fronte al coraggioso tentativo dell'autore di far risaltare come deprecabile la condizione delle donne ridotte a conquiste, schiave, o comunque fattrici e massaie che dovevano accettare praticamente qualsiasi cosa.
Quarto, di fronte alla paura che fanno il dolore e la violenza, anche se imbrigliati nella perfezione sofoclea, non liberi e selvaggi come in Euripide.
Quinto, di fronte alla tenerezza che non posso non provare per sta poveraccia di Iole. Non che Deianira non mi faccia pena eh, anzi sotto sotto sono pure contenta che abbia fatto fuori Ercole. Però Iole non ha niente. Ha perso il padre, la libertà, la città natale, tutto in una volta, e non può nemmeno fregiarsi del titolo di moglie. Neanche lei sarà mai la Signorina Ufficiale, ma sempre un'amante nascosta nell'ombra e detestata da tutti, vista come una puttana immorale e senza scrupoli. Perfino l'autore non le fa dire nemmeno una battuta, non descrive come è fatta, niente. Non potevo che provare un moto di affetto ed empatia per lei.
Le auguro che almeno Illo, il marito obbligato, sia buono una volta passato il lutto, e che scopi bene. ;)

mercoledì 16 maggio 2012

la vita nelle mani



questo libro parla del popolo Haida, che vive ad Haida Gwaii, nelle isole Charlotte. In particolare parla di alcune abitudini di vita e soprattutto dell'arte tradizionale di questo popolo, un'arte che è sopravvissuta nel tempo e che ha tuttora i suoi esponenti, i quali hanno reso contemporanea una tradizione artistica che è comunque irrinunciabile guida e fonte di ispirazione per tutti gli artisti del posto.
Embé che ce frega di un libro di antropologia culturale, direte.
E invece no.
Perché conoscere le leggende ed i miti delle popolazioni vicine e lontane è una mia passione, e mi aiuta a scavare, a cercare connessioni col Selvaggio che cerco dappertutto, in primis dentro di me.
Inoltre, un popolo che lavora per rendere la creolizzazione un cambiamento positivo, che vivacizzi la civiltà e non la derubi di tutte le sue realtà antiche e profonde, è un popolo da conoscere, e da prendere come esempio, esterofili e smemorati come siamo.
Ancora, osservare e studiare opere come quella che ho messo nella foto del post precedente a questo, è sempre un gran regalo per gli occhi e per il cervello.
Gli Haida, come tutti i popoli nativi americani, hanno una religiosità direi panica, legata alla natura. Ogni essere ha un'anima, talvolta perfino alcuni oggetti ce l'hanno. E questo influenza completamente la vita delle persone, che sono immerse nella magia e nella Divinità. E' straordinario. Per me, è il solo modo di restare fedeli ad una religione. Quando tutto quello che c'è dentro e fuori di te è magico e divino, allora non sentirai mai la divinità come lontana ed estranea, nemmeno quando ti succedono cose brutte e gli dei ti sembrano ostili e arrabbiati. Loro comunque sono lì, con te. E' qualcosa di intenso e coinvolgente, al quale è difficile rinunciare e da cui è difficile staccarsi. Ed è meraviglioso sapere che questa religiosità pervasiva ed intima è celebrata attraverso varie forme d'arte, individuali e collettive, quali la danza, la scultura, la confezione di tessuti, l'oreficeria, le rappresentazioni teatrali. E' l'arte nella vita, e la vita nell'arte.
Il libro è complesso in molte sue parti, dal punto di vista del linguaggio, dovrò studiare manuali di antropologia di base per capire meglio. Da un lato mi rendo conto che quando studi un popolo in particolare, nel profondo, le nozioni basilari siano date per scontate. Da un altro punto di vista, è un peccato perché su questo popolo c'è poca letteratura, e sarebbe stato piacevole che l'autrice, Elvira Stefania Tiberini, avesse un testo scritto in modo più divulgativo e scorrevole. Ma tant'é. Tutto è più difficile di quanto credevamo ;)

martedì 15 maggio 2012

haida gwaii



Scaviamo nella nostra cultura e nella nostra tradizione fino a penetrare il nostro passato e a cogliervi il significato della vita, riappropriandocene. Ciò che siamo e ciò da cui proveniamo: è questo ciò che mi ha ispirato.

Jim Hart

Non c'è davvero assenza di attività nella nostra piccola barca, ma c'è una meta? L'alto personaggio che può essere e non essere lo Spirito di Haida Gwaii ci sta conducendo, come sembra fare -poiché siamo tutti nella stessa barca- verso una spiaggia protetta ai confini del mondo o è egli stesso perso in un suo personale sogno? La barca va avanti, per sempre ancorata nello stesso porto.

Bill Reid

domenica 13 maggio 2012

il mondo alla fine del mondo


da tempo pensavo a questo libro, primo perché è di Sepulveda quindi mi sento sempre di andare sul sicuro, secondo perché racconta avventure nella Terra del Fuoco, affascinantissima per me, terzo perché sostiene la causa animalista.
Ho trovato un libro scritto col solito stile, non sguaiato ma potente e solido, per raccontare una storia incredibile di animali, uomini straordinari, avventure difficili persino da credere. Eppure sono accadute.
Non è invenzione questo libro, bensì testimonianza di ciò che Luis, come attivista di GreenPeace, ha visto, sentito e vissuto. Una storia disperata e per molti versi tragica, ricca di dettagli che ci vogliono far rendere conto, almeno vagamente, delle dimensioni immani del problema ecologico nel mondo. Ma anche una storia che fa sorridere, sia per gli aneddoti che racconta sia, in fondo, per il suo epilogo, che non dovrebbe far ben sperare purtroppo, ma almeno al momento ti da un po' di soddisfazione. Perché se per una volta anche gli animali del mare si ribellano alla crudeltà spaventosa dei cacciatori di frodo, non puoi non esserne più o meno segretamente soddisfatto. Anche se hanno ammazzato della gente, i capodogli con i delfini hanno preso a testate quello schifo di nave giapponese. Ed erano in tanti, avevano tutti assistito allo sterminio avvenuto la notte prima, ed a quello che la nave in questione e tante altre stavano facendo da anni al loro luogo di vita. Forse, ascoltando i canti di dolore delle popolazioni autoctone in fuga, alcuni di quei cetacei erano pure a conoscenza di quello che per anni i dominatori bianchi hanno fatto ai popoli umani di quelle regioni. Forse i cetacei sono tutti impazziti per il dolore nello stesso momento. Boh.
Fatto sta che, in risposta ad un lungo, forte, acuto grido della balena che era lì per guidarle, le altre balene e creature del mare si sono scagliate contro la baleniera fantasma, contro il carnefice. E ce l'hanno fatta, in quell'occasione. Questo romanzo mi ha regalato suspence, sorrisi, rabbia e dolore, tenerezza, commozione. Sono felice di averlo letto e sapere qualcosina di più riguardo a tutti questi argomenti che vengono spesso citati ma mai spiegati con calma e perbene.
Sono felice perché Luis si merita tutto il proprio successo, ed anche di più:)

sabato 12 maggio 2012

una faccia già vista


è tornato Henry Smart. Ed io l'ho accolto con sorrisi e lacrime di commozione, gli ho reso onore leggendo le 441 pagine del libro in tre giorni, e prendendo subito anche il volume successivo, il terzo ed ultimo di questa storia incredibile, veramente incredibile. Il primo, "Una stella di nome Henry", l'ho postato nello scorso ciclo di 50in50, ed è stato uno dei più bei libri di tutta la mia vita. Questo, pure.
Dunque, cominciamo col ricordare l'autore, di cui ho parlato varie altre volte. Roddy Doyle. Uno di quelli che non hanno bisogno di biografie pompose in quarta di copertina, come non ne hanno bisogno alcuni fra i migliori, tipo Canetti, Benni, Calvino. Un irlandese con una storia personale che si sviluppa e declina in infinite storie inventate, piene di fascino e trovate inaspettate e mai banali, una novità dietro l'altra tutte inanellate lungo un filo, ovviamente verde. Un irlandese che scrive semplice e chiaro e sboccato e fresco come tutti gli irlandesi (tutti i migliori), e ti fa sentire sempre dentro la storia, con i personaggi, coinvolto, e parla come si fa tutti i giorni, nella tua e nella mia vita.
Nel primo volume, Henry combatteva per l'Irlanda, capendo tardi di essere stato un burattino killer in mano a chi voleva arrivare al potere senza imbrattarsi le mani ne' rischiare la vita o la galera. Henry bimbo, ragazzo, innamorato e selvaggio e rivoluzionario, che dovette fuggire per salvare la pelle, lasciando la signorina O' Shea (non saprà mai il nome di sua moglie, non vorrà mai saperlo) e la loro figlia (di quella il nome lo sa, è Saoirse, che significa Libertà).
In questo volume arriva in America, il ventenne Henry, con un passato pesantissimo alle spalle ed un presente e futuro che sembrano pieni di magnifiche prospettive ma non si riveleranno tali. Però cazzo se sono ricchi di vita, avventure ed emozioni fortissime, gli anni americani di Henry. Gangster, lavori assurdi, una collaborazione ed un'amicizia magnifiche con un trombettista di colore, tale Louis Armstrong, donne..donne belle, meno belle, tutte porche e disincantate e generose. Furti, fughe precipitose, scopate solenni, musica, povertà..e..lei..la signorina O' Shea. Con Saoirse al seguito. E, dopo, pure con Séamus Louis "Rifle", il secondogenito. Che donna straordinaria. Che uomo straordinario. Che famiglia magnifica, di poveracci matti e (apparentemente) cattivi.
In mezzo a mille novità, ritrovo personaggi del primo romanzo, che accompagnano il nostro eroe anche in questo lungo esilio americano. Battute che non si dimenticano. Modi di fare che non cambiano.
Fanculo gli sbirri.
Fanculo quelli che vogliono immischiarsi nella tua vita.
Fanculo chi ti ha rubato tutto.
Fanculo chi crede di scoparsele tutte perché è ricco, ma non sa che tutte, dopo, se ne vanno con le tasche piene a scopare (bene, finalmente) con te.
Fanculo chi ti insegue per cose di anni e anni prima.
Fanculo che prova a farti credere che le sole persone che ti amano ti hanno tradito.
Fanculo i senza palle.
Fanculo chi non si fa scrupoli mai ma si comporta da amico.
Fanculo chi non ti aprirà mai la porta (e le gambe..) perché gli sembri sporco e stracciato.
Fanculo chi smette di cercarti e diceva di amarti.

"Ma guarda che stelle, guarda quante."
"Affanculo le stelle."
"Dio, sei tremendo. E se arrivassero adesso?"
"Rieccoci. (...)"

giovedì 10 maggio 2012

il tuo nome nel buio


scrivere d'amore non è mai facile se provi a non cadere nella banalità. Non è mai facile quando ciò che vuoi dire potrebbe venire considerato davvero troppo strano. Non è mai facile quando le parole non ti sembrano in nessun caso quelle giuste.
Perché ogni amore è uguale ma diverso. Perché tutti sono stati innamorati ma certi generi d'amore sono più rari, e con questo non intendo migliori, affatto. Solo rari. Difficile spiegare, difficile capire, se non hai capito già.
Giàlosapete.
Una bolla fuori dal tempo, dallo spazio, dalle singole vite, dalla quotidianità.
La netta, nettissima sensazione di essersi già conosciuti in un'altra vita, e di non aver chiuso il cerchio nemmeno allora. L'altrettanto netta sensazione che il cerchio non si chiuderà nemmeno in questa, di vita, e che ci si ritroverà ancora, nella prossima o in quelle dopo. E anche se a volte vorresti concludere, chiuderlo sto cavolo di cerchio, in realtà dentro provi una gioia inspiegabile all'idea che vi ritroverete, in forme diverse, in altri tempi, in luoghi nuovi.
L'inequivocabilità del fatto che certe cose non capitano solo per caso, e non capitano due volte nella vita. E non importa come finirà o se finirà ma tu sai perfettamente che, in un modo o nell'altro, secondo le tue e le sue capacità possibilità indole carattere, devi cogliere l'occasione.
Una sensazione che non cambia nulla nella tua vita quotidiana, ma cambia completamente la tua vita interiore, e diciamocelo la vale in buona parte.
Chiudi gli occhi e non è che immagini quella persona, ma sai che quella persona è lì, con gli occhi chiusi come i tuoi, e le sue mani come le tue si muovono da sole e percorrono nell'aria la forma del tuo corpo come le tue col suo, sentono i tuoi capelli come tu i suoi, e la tua testa si appoggia all'aria ma è alla sua spalla che si sta appoggiando, e la sua testa senti che ti pesa su un braccio.
Non è tanto per dire.
Quando dico che certi amori non hanno Tempo, non è una frase da cioccolatini, è proprio quello che intendo LETTERALMENTE. Che per certe cose, per certi amori come per certi riti come per certi luoghi magici, il Tempo non esiste.
Quando dico che sento certe sensazioni non intendo che immagino l'evento ed il mio corpo reagisce, io non immagino niente ma semplicemente, di punto in bianco, mi sento FISICAMENTE come descrivo, sento l'abbraccio, sento il profumo dei capelli, sento la forma della bocca.
Quando dico che ho fatto un sogno e so cosa significa per quella persona, e alla stessa maniera so quando quella persona ha sognato me, anche se non ce lo diciamo, non è un'espressione poetica per dire che siamo in connessione, è proprio REALMENTE quello che succede.
Letteralmente. Fisicamente. Realmente.
Scrittura. Corpo. Realtà.
La mia vita E' scrittura, corpo e realtà.
Questo amore è niente nel senso "pratico", ma per la mia anima è un amore letteralmente, fisicamente, realmente.
Questo intendo quando dico che è l'amore della mia vita.

il tempio della ninfa



mi accorgo solo ora di non aver postato il libro del mio sito preferito, urca!
il sito lo vedete in link qui a fianco, e se ancora non l'avete visitato ve lo consiglio caldamente perché è magnifico..
Il libro raccoglie i lavori pubblicati sul sito fino, se non sbaglio, al 2007..ci sono racconti e poesie, studi su antichi miti e leggende, fiabe popolari, botanica, ricette, piccoli riti magici, feste pagane.. scritti dalle Fanciulle stesse, in primis Violet che è la ninfa che custodisce il sito, ma anche altre meravigliose creatute come Elke, Danae, la Zia Artemisia..sono persone meravigliose che hanno fatto e stanno facendo un lavoro egregio ed importante per non perdere le antiche storie e tradizioni che ci fanno ciò che siamo, nel profondo.. inoltre, tutto è scritto davvero, davvero bene, nel ritmo nello stile e nel linguaggio, il che come ormai si sa è cosa che mi piace molto, e che tengo in fortissima considerazione.
Sono felice di parlare di questo libro e di questo sito perché per me è stato veramente fondamentale nell'approcciarmi allo studio dei miti antichi, e costituisce ogni giorno una guida nella scoperta di cose nuove, intese sia come argomenti di studio che come "novità" interiori e private.Segreti personali che scopro provenire da qualcosa che le mie antenate conoscevano già, e che in qualche modo si è trasmesso nel mio corpo profondo attraverso i secoli..è intenso e speciale questo libro, lo sono queste persone con le loro vite e con i loro caratteri e con il grande regalo che ci fanno continuando a studiare e scavare..datevi un occhio al sito, agli articoli che conquistano non solo per gli argomenti trattati ma anche per lo stile a dir poco sognante con cui sono scritti..che bello.. *.*

martedì 8 maggio 2012

grazie Gandalf

nostalgia della madre


temo che il periodo di beltane non risulti, per me, adatto a leggere gli orientali, con le loro atmosfere e scritture rarefatte e malinconiche e misteriose. Ho apprezzato moltissimo questo scrittore, Jun'ichiro Tanizaki, che non conoscevo pur essendo tra i più famosi in Giappone (capra! mi direbbe Sgarbi), però l'ho apprezzato più sul piano formale che altro. Penso che la sua "decadenza", pur elegantissima e sicuramente ricchissima di significati profondi e nascosti, sia troppo difficile per me, soprattutto perché conosco poco la cultura di quei paesi credo. Ma sono contenta di averlo letto, perché anche se non mi ha cambiato la vita c'è comunque un racconto che mi ha comunicato molto..è il racconto che ha dato il titolo alla raccolta, "Nostalgia della madre" appunto. Leggendolo mi è sembrato di stare ne "La città incantata" di Miyazaki, in un sogno strano ma bellissimo, potente quanto delicato..ho camminato col protagonista nel bosco di notte, poi sulla spiaggia sotto la luna..ed ho sentito la commozione della madre non riconosciuta e sognata, la commozione per un amore che si sente fortissimo ma è ormai irraggiungibile, l'amore che rende perfetta la creatura amata..perfetta quanto intoccabile.
Un amore che potrebbe risultare sbagliato, ma che diventa invece purissimo grazie proprio alla sua impossibilità..e grazie al dolore purificante che tale impossibilità procura.
Ok non è un post figo, ma mi sono impegnata, datemi il beneficio :)
voi l'avete letto? mi piacerebbero le opinioni di chi ci capisce più di me, soprattutto di cultura e scrittura orientale.. :)

domenica 6 maggio 2012

l'Uccel Belverde e altre fiabe italiane


Prendete una lunga serie di storie popolari raccolte in ogni regione d'Italia.
Storie di streghe, animali antropomorfi, oche, bimbi, principesse, vecchine.
Se avete letto altre storie popolari o tratte dalla cultura popolare, vedrete molti personaggi che, magari per assonanza, conoscete già. Qui hanno altri nomi, nomi italiani, ma ci sono Baba Jaga, Madama Holle, la sposa di Barbablù e tanti altri..ci sono personaggi che anche voi conoscete, dalle storie che vi hanno narrato da bimbi oppure che sono state usate in alcuni dettagli per raccontare episodi reali avvenuti nel vostro paese. Per esempio, in quale paese non c'è stato un Giovannin senza paura?
E' un libro meraviglioso, e le storie non hanno sempre il disneyano lieto fine ma hanno sempre una casalinga morale, e non è detto che sia sempre la morale cattolica.
Ora che avete preso tutti questi racconti meravigliosi, che ve li siete immaginati, che vi è già venuta voglia di leggerveli o leggerli ai vostri figli, beh godetevi un'altra bella notizia.
Chi ha raccolto questo straordinario patrimonio, lo ha scritto o riscritto in uno stile perfetto ed inconfondibile, lo ha ordinato e raccolto in un libro? Chi?
Lui. Il Supremo. Italo Calvino.
Non devo dire nient'altro. Se non grazie.

ps: grazie anche al blog della zia Artemisia da dove ho spudoratamente rubato l'immagine..scusa stella, ma è veramente magnifica e non ho resistito..spero non me ne vorrai, smack..

men are some kind of dork 3


dunque, questo tizio per me è stato un grande amore, e la storia malata quanto rovente ed indimenticabile che avevamo è finita più di un anno fa. Ci ho messo svariati mesi, svariati chili in meno e svariate sedute di terapia per superare, almeno parzialmente, un dolore che mi sembrava insormontabile soprattutto perché nello stesso periodo altri dolori di svariata origine si sono sommati a quello. Lui questo lo sa, anche se non nel dettaglio perché sono troppo orgogliosa per far sapere, a tutti figuriamoci a lui, quanto ci sono rimasta sotto. Comunque, lo sa. E va bene. Entrambi abbiamo una vita, e non c'è problema.
Bon, una settimana fa il suddetto mi scrive, inizialmente cose tipo "ciao come va", finché non mi fa palesemente capire che volendo ci potrebbe essere un secondo fine..
Cioè. Dopo mesi e mesi e mesi che non mi senti.
Non sto neanche a raccontarvi che lui fra due mesi si sposa.
Non sto neanche a raccontarvi che ero stata la sua amante per anni, finché lui ha lasciato la Signorina Ufficiale storica e nel repulisti ha buttato via anche me senza nemmeno degnarsi di invitarmi, che so, per una pizza e cinema finalmente da single.
Non sto neanche a dirvi con quanta gente lui abbia scopato negli anni durante i quali scopava con la Signorina Ufficiale e con me.
Non sto a dirvelo.
Però cazzo, quanto sei psicopatico per chiamarmi e farmi certi generi di battute?
Ti tirava e la tua attuale Signorina Ufficiale non era lì?
Eri triste e volevi che io ti aiutassi?
E chi cazzo sono io, Candy?!?! Mi metto uno di quei bruttissimi frontini bianchi con disegnata la croce rossa, gli stivaletti e una parrucca bionda riccia?!
Uno psicopatico. Ti adoro e lo sai, ma sei un vecchio porco coglione psicopatico.

sabato 5 maggio 2012

uomini che non ho sposato


Dorothy Parker nacque nel 1893. Qui in quella data eravamo uniti da pochissimo ed ancora idealmente sulla traccia scavata dall'idealismo cattolico mazziniano. Dotty invece ha preso ed iniziato a scrivere, finché è arrivata al New Yorker. E da lì ha praticamente aperto le porte a gran parte della letteratura satirica all'americana che sarebbe arrivata nel '900, soprattutto femminile, almeno secondo me. Leggo questa raccolta di articoli e racconti brevi, rido tantissimo, e mi pare di vedere Sophie Kinsella, Helen Fielding, pure David Sedaris a dirla tutta. E' fantastica, leggetevi qualcosa di suo e godetevi la sua incredibile, incredibile contemporaneità.
Godetevi il linguaggio fresco e sempre preciso, le trovate comiche e le battute al vetriolo ma super divertenti, l'immagine di New York che vi si disegna davanti agli occhi man mano che leggete. La ADORO.