sabato 24 novembre 2012

la morte di Michelina




rapporto del Comando Generale delle Truppe per la repressione del Brigantaggio nelle province di Terra di Lavoro, Aquila, Molise e Benevento



“[…] Erano le 10 di sera, pioveva a dirotto ed un violentissimo temporale accompagnato da forte vento, da tuoni e da lampi, favoriva maggiormente l’operazione, permettendo ai soldati di potersi avvicinare inosservati al luogo sospetto; da qualche tempo si stavano perlustrando quei luoghi accidentati e malagevoli perché coperti da strade infossate, burroni ed altri incagli naturali, già si perdeva la speranza di rinvenire i briganti, quando alla guida venne in mente di avvicinarsi a talune querce che egli sapeva alquanto incavate, ed entro le quali poteva benissimo nascondersi una persona. Fu buona la sua ispirazione, perché fatti pochi passi, e splendendo in quel momento un vivo lampo, scorse appoggiati ad una di quelle querce due briganti, che protetti un po’ dalla cavità dell’albero ed anche da un ombrello alla paesana che uno di loro reggeva, cercavano ripararsi dalla pioggia. Appena scortili, la guida li additò al Capitano Cazzaniga, che presso di lui veniva con qualche soldato appena; il bravo Capitano non frappone indugio, non cerca di far fuoco, ma sbarazzato anche del fucile che teneva, con un salto fu addosso a quei due ed afferratone uno pel collo, lo stramazza al suolo e con lui viene ad una lotta corpo a corpo, finche venne dato ad un soldato di appuntare il suo fucile contro il brigante e di renderlo cadavere. Pare che uno dei proiettili (giacché il fucile era stato caricato a pallettoni), passando attraverso il petto del brigante andasse a colpire nel dito pollice della mano sinistra del Capitano, che avvinghiatolo con entrambe le braccia, gli impediva qualunque tentativo di fuga. Quel brigante fu subito riconosciuto pel capobanda Francesco Guerra, ed il compagno che con lui s’intratteneva, appena visto l’attacco, tentò di fuggire; una fucilata sparatagli dietro dal medico di Battaglione Pitzorno lo feriva, ma non al punto di farlo cadere, che continuando invece la sua fuga, s’imbatteva poi in altri soldati per opera dei quali venne freddato. Esaminatone il corpo, fu riconosciuto per donna e quindi per Michelina De Cesare druda del Guerra. Poco distante vari soldati con qualche Carabiniere s’incontravano con altri due briganti pure appoggiati ad un albero; attaccati risolutamente ne cadeva subito ucciso uno, che poi riconosciuto per Orsi Francesco di Letino; l’altro poté sfuggire, ma inseguito da vicino da un Carabiniere, s’ebbe una prima ferita, finche capitato negli agguati di altra pattuglia, cadde anch’egli colpito da due colpi di revolver sparatigli a brevissima distanza dal Sottotenente Ranieri. Anche questo brigante venne poi riconosciuto per Giacomo Ciccone, già capo di sanguinosissima banda ed ora unitosi al Guerra; fece uso delle sue armi quando si vide scoperto, e dotato di una forza erculea, oppose la più accanita resistenza tentando di aprirsi un varco frammezzo ai soldati. Altri tre briganti che stavano un po’ più lungi dai due gruppi menzionati, poterono al primo rumore salvarsi gettandosi nei burroni in quella località cosi frequenti. Due di costoro si sono già presentati, per cui si può con tutta certezza affermare che di tutta la banda Guerra, non n’e rimasto che uno solo[...]”.

La domanda che oggi, in ritardo lo so, vorrei fare a queste "truppe per la repressione del brigantaggio" è: di che vi bullate? perché avete creduto con questi pomposi ed autocompiaciuti rapporti di darcela a bere? dove credete di andare?
ah già, qui.

mercoledì 14 novembre 2012

donne dududu 3: Michelina De Cesare


ci ho pensato un po' prima di decidere di scrivere proprio di lei e non di un'altra di quelle che il governo piemontese, e poi tutti noi, chiamavamo e chiamiamo brigantesse.
Ci ho messo un po' perché, in fondo, la storia di Michelina non è neanche la più tragica e limpidamente ingiusta. Ci sono state donne molto, molto più sfortunate di lei, che sono diventate "brigantesse" per forza e sono state arrestate o uccise barbaramente senza mai aver commesso nulla.
Poi ho deciso per Michelina.
Perché questa rubrica non è "donne che fanno pena".
Michelina nacque poverissima, visse l'infanzia rubacchiando da mangiare nei campi assieme ai fratelli, poi sposò un brav'uomo, un agricoltore, il quale l'anno dopo morì.
Conobbe Francesco, un ex sergente dell'esercito borbonico che, una volta cacciati i Borboni, decise di non andare a combattere con i conquistatori Savoia, ma di fare guerriglia. Garibaldi, nella sua meravigliosa ingenuità di combattente libero e sognatore, aveva promesso al popolo meridionale la possibilità di avere le terre dei latifondisti equamente divise, la speranza di stipendi che permettessero la sopravvivenza, la presenza di un governo leale. I Savoia, e Camillo Benso, che non erano liberi bensì schiavi degli dei Denaro e Potere, e che di certo non erano sognatori, non mantennero nessuna delle promesse. Così i meridionali si ribellarono, e decisero che a quel punto erano meglio i Borboni. Questi furoni i briganti, anche se chiaramente la mia è una semplificazione e anche se altrettanto chiaramente molti furono briganti davvero, assassini per sfregio e ladri per professione. Esattamente come moltissimi soldati dell'esercito piemontese comunque, e basta guardare quante donne hanno violentato, senza parlare di tutto il resto. Comunque.
Francesco aveva iniziato per ideale, a fare il brigante. E, una volta conosciutolo, Michelina decise che voleva stare con lui. Quando fu accusata di fiancheggiamento, reato che prevedeva la pena di morte o il carcere a vita, decise di darsi alla macchia anche lei. Si dice che era un capo al pari del compagno. Aveva le stesse armi. Guidava le spedizioni e gli assalti. E prese bellamente per il culo l'esercito piemontese per sei anni. SEI ANNI. Fuggì, e razziò e saccheggiò e sparò, e amò selvaggiamente, e conobbe i boschi come nessuna, e diede da mangiare a tutti gli uomini della sua banda, e probabilmente curò le loro ferite. Non sto nemmeno a dirvi quante persone e risorse ci vollero pre prenderli, i ventuno uomini guidati da Francesco e Michelina.
Una notte di temporale vennero scovati, insieme anche alla fine, dentro una grande quercia cava. Lui venne preso e ammazzato, lei corse via e le spararono alla nuca. Corse ancora, la finirono con un altro colpo. Quando la girarono, si accorsero che era una donna, che era QUELLA donna. Quella che li aveva tenuti in scacco per anni. La spogliarono. La fotografarono a seno nudo. E nuda, insieme a Francesco, la trascinarono legata per i piedi ad un carro per tutto il paese.
Non è certo questa la sede per dire se avessero ragione i piemontesi o i briganti, ne' per negare che questa donna fu una delinquente.
Ma è questa la rubrica che uso per dire che fu una donna profondamente libera. Che iniziò un percorso tremendamente difficile e tragico per amore di un uomo, sì, ma che poi se lo scelse metro per metro, portando avanti le proprie scelte, non più solo quelle di lui. Non sarebbe diventata così brava se l'avesse fatto solo per star dietro al suo uomo. Non sarebbe stata così furba. Non avrebbe quello sguardo, nella foto. Diversamente dalle foto di molte altre brigantesse, che vennero fatte posare quando erano in carcere, magari un paio d'ore prima di venire fucilate, questa foto di Michelina venne scattata quando era nei boschi, ricercata, guerrigliera, braccatissima, indomabile.
Magari dovrei parlare di una donna buona, il mese prossimo. Ma è bello, e per me è giusto, parlare anche di personaggi controversi, ovviamente secondo le mie deboli capacità. E poi, diciamocelo, mi piace. Nonostante tutto.


Grazie al bellissimo libro di Giordano Bruno Guerri (l'autore di una straordinaria biografia di Van Gogh che ho postato tempo fa nella prima edizione di "50in50"), ho conosciuto e sto conoscendo la storia, le storie, di queste persone nascoste e dimenticate dalla Storia. Nel 2010 scrisse "Il sangue del Sud", il primo libro sul brigantaggio in epoca post-unitaria. Questo libro invece si focalizza sul brigantaggio delle donne.
"Il bosco nel cuore". Vale la pena di leggerlo gente.

venerdì 9 novembre 2012

Cristina di Belgioioso, 1866


"Vogliano le donne felici e onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori e alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata, felicità.

venerdì 2 novembre 2012

samhain


Prima di tutto grazie al Tempio della Ninfa per l'immagine. :)
Poi scusatemi se questo post arriva qualche ora in ritardo ma sono stata in giro a festeggiare Halloween e Samhain. :)
La Ruota ha compiuto il suo giro, l'altra notte i morti sono tornati dal loro Mondo per visitare un po' il nostro. Le Nebbie si sono alzate sulla solita realtà, ma ne hanno mostrata un altra, a chi ha saputo, voluto, potuto vederla.
Il giorno appena passato, ancora magnificamente nebbioso, ha aperto con la quiete fredda e ferma di Novembre un Nuovo Ciclo Annuale. Si ricomincia. Come sempre si ricomincia con l'incubazione. Come la Vita in ogni sua forma inizia con la gestazione, nascosta e segreta, del seme che poi nascerà.
Questo è un tempo di meditazione che permette quella che sarà la vitalità dei prossimi mesi, lo slancio futuro. :)

Buon Anno.