mercoledì 23 marzo 2011

l'ultimo


L'ultimo bacio con lui è stato l'inizio di un mese di merda, che si è poi rivelato l'inizio di un periodo di merda, che per ora non accenna a finire e vabbe' che le difficoltà fanno crescere e rendono più forti, ma che cazzo.
L'ultimo libro sarà invece il tema del post, tema che a sua volta è stato una rivelazione quasi come il suddetto periodo di merda. Una rivelazione perché in questo mese (di merda) ho letto vari libri (quelli, ottimi), ed è tremendamente difficile scegliere quello che deve fare l'ultimo della mia lista di cinquanta. Ogni libro ha per me un significato, un senso, e lascia in me una impronta che può essere più o meno profonda, ma è comunque sempre presente e di valore. Così ho postato quasi tutti i libri che ho letto quest'anno, tralasciando solo i manuali e alcune biografie. Ora invece ho in testa cinque titoli, e per rispettare il limite che mi sono data ne dovrei scegliere uno.
Ho in mente la biografia di Frida Kahlo, una delle pittrici contemporanee che preferisco, e che ha reso la sua vita un autentico inno alla straordinarietà, alla potenza vitale, alla forza, all'eccezionalità, nonostante oggettivamente quella vita sia stata una delle più tragiche, difficili e dolorose che io abbia mai sentito. Informatevi su Frida, se non la conoscete già.
Ho in mente Il paradiso degli orchi, di Pennac, uno dei libri della saga di Monsieur Malaussène e della sua bislacca strana e meravigliosa famiglia. Una storia intrigante, avvincente e piena di emozioni. Di tutte le emozioni, pensatene una e lei c'è, in un qualche punto del libro o spalmata su tutto il romanzo. Un giallo che è anche rosa che è anche nero che è anche tutti gli altri colori possibili per un romanzo. Leggetelo, e leggete anche gli altri della saga, sono incredibili.
Ho in mente Seta di Baricco, lo leggi in due ore e la sua delicatezza, che cela una passione sofferta e bruciante, la sua eleganza, che cela avventure incredibili, la sua semplicità, che cela mondi interiori enormemente complessi, tutto questo ti sorprende ad ogni rigo.
Ho in mente Gabriella garofano e cannella, di Amado..che libro, e che donna ragazzi..innocente, anche se forse non nel modo comunemente inteso..calda, esattamente nel modo comunemente inteso..bellissima, semplice, allegra..Gabriella che ne ha fatti innamorare tanti, in particolare un paio..Gabriella che a fare la moglie proprio non ce la fa..lo ripeto..che donna..la dovete conoscere, prendetevi il libro e divoratelo come ho fatto io.
Ho in mente un altro romanzo, straordinario. Un romanzo drammatico, lo so che possono sembrare pallosi i libri drammatici, ma dipende da come sono scritti e dal valore della storia raccontata. E questo è scritto meravigliosamente, e la storia è davvero unica. Un romanzo che parla della vita, delle nostre vite sghembe e complicate, parla della morte in tutte le sue declinazioni, che anche se non sembra alla prima impressione, sono tante. Un romanzo che non ti aspetti, delle vite che ti restano e ti accompagnano durante le tue giornate, delle parole che ti si incidono nei pensieri, degli eventi che non dimentichi. Un romanzo che ha vinto il Pulitzer, e se lo merita perché, non so come dire..ti trasporta, ecco. Ti prende nei suoi intrecci, non importa se sono soprattutto storie di dispiacere e la serenità è solo sullo sfondo, non importa se dici a te stessa che sei fottutamente stanca di dolore, non importa perché niente accade o non accade solo perché sei fottutamente stanca. Quindi si merita tutto, sia il Pulitzer che la lettura appassionata.
Nell'ultima riga del post sull'ultimo libro, mi permetto dunque di ricordare a me stessa e a chi capitasse per sbaglio fra queste pagine, Le Ore, di Michael Cunningham. Da leggere prima di morire.