mercoledì 28 marzo 2012

il bene ostinato


conoscete il Cuamm?
se rispondete di sì, siete come una buona parte degli abitanti del mondo.
se rispondete di no, siete come la maggior parte dei cittadini italiani.
Sì perché il Cuamm, medici con l'Africa, è una realtà italianissima, di nascita padovana per la precisione, di cui però gli italiani sanno pochissimo, mentre altrove in Europa e negli Stati Uniti è un'organizzazione conosciuta, rispettata ed apprezzata per la serietà, l'impegno vero e costante da più di sessant'anni in vari paesi africani, anche dove tutti gli altri sono scappati via, anche in mezzo alle guerre civili più brutali, alla malaria più aggressiva, alla disperazione più nera.
Quelli del Cuamm si fanno poca pubblicità rispetto a molte altre Ong, e sono molto attenti alla gestione economica, infatti sono una delle pochissime organizzazioni che destina meno del dieci per cento del bilancio al proprio mantenimento, usando tutto il restante novanta per cento per i vari progetti nel territorio africano.
Progetti di educazione alla salute, gestione dell'emergenza sia nel senso di cure e vaccinazioni che tramite l'introduzione e la fornitura di aiuti semplici ma basilari per sopravvivere ed ammalarsi di meno. Progetti di formazione di personale sanitario africano. Progetti di gestione di ospedali stabili e da campo che lavorino gratis ogni volta che si può.
Perché se costruisci un ospedale fighissimo in mezzo al deserto, e tutti coloro che ci vogliono accedere moriranno nel percorrere la strada per raggiungerlo, mi dici dov'è il senso?
Se ti bulli perché fai interventi chirurgici nel mezzo della savana, e appena mettono il piede fuori dalla clinica i pazienti non hanno l'acqua per deglutire pastiglie che in ogni caso non assumerebbero perché non se le possono procurare, mi dici dov'è il senso?
Se "civilizzi" una città ma non crei cultura per cui poi ci si continua ad ammazzare fra etnie diverse e fra vicini di casa, mi dici dov'è il senso?
Se stanzi milioni che non arriveranno, e mandi farmaci rarissimi ma una volta soltanto, e poi non c'è nemmeno una zanzariera alle finestre in luoghi dove una zanzara su due è anofele, mi dici dov'è il senso?
Ecco, il Cuamm cerca, da sessant'anni, di dare aiuto senza proporre progetti che darebbero lustro ma non porterebbero a niente, cerca di rimanere e migliorare le cose quando tutto, ma proprio tutto, sembra perduto, cerca di salvare delle vite che nessun altro può salvare.
Quando è arrivata la guerra civile, il Cuamm c'era.
Quando ci sono state le peggiori epidemie, il Cuamm c'era.
Quando sono saliti al potere i dittatori più sanguinari, il Cuamm c'era.
Quando l'Aids ha iniziato a dilagare, il Cuamm c'era.
Con i suoi 1330 volontari fra medici, tecnici, logisti, amministratori, insegnanti, psicologi, assistenti sociali e di comunità, infermieri, ostetrici. Tutti hanno ricevuto la chiamata della vita, quella che Don Luigi fa sempre dopo le otto-nove di sera. Uno dei pochi preti che non mi muovono il senso del sospetto e del fastidio.
Alcuni di questi volontari li conosco anch'io, ci ho lavorato assieme, tanti altri non so chi siano ma vorrei tanto poterli abbracciare tutti perché loro ci sono sempre.
Anche Paolo Rumiz c'è, ora che si è appassionato al progetto ed ha scritto il libro.
E tu, ci sei?
Ostinati ad amare, insisti e rimani perché servi. Sì, proprio tu.

2 commenti:

  1. Appartengo alla nutrita serie di ignoranti: non conoscevo il Cuamm.
    Sostengo Save the Children e UNHCR con donazioni mensili e c'è da restare impressionati dall'utilizzo del bilancio da parte di Cuamm. Meriterebbero maggiore visibilità: pubblicità e dunque intaccare il bilancio? No, forse il passa parola anche tramite un blog è la forma migliore.. Grazie, come sempre.

    RispondiElimina