venerdì 3 maggio 2013

Intervista a Demetra

prendo il post da I fiori neri di Artemisia, il blog di Lu che potete linkare qui a fianco. Lo copio paro paro, perché è talmente incredibile che mi ha fatto scendere le lacrime, e vorrei condividerlo con chi magari legge qui ma non legge (ancora) il suo spazio..ma credo che dopo questo darete un occhio al suo blog più spesso :)



La bambina è protetta. La camera di vetro blindato non lascia trapelare alcuna voce dall’esterno. La porta è stata chiusa con la chiave. Carta e penna restano sulla scrivania bianca in attesa: si attende che lei adempia alla sua missione. La piccola prende due piccole scatole con gli spilli per i fogli e li inghiotte tutti. Poco dopo agita le braccia sul vetro e rimette sangue. Comincia a scrivere.

Intervista a Demetra

Tra le onde brune che corrono sulla riva, una testa di donna. Capelli bruni lunghi come fronde di sargasso. Si ferma allo scoglio di fronte e, con la semiluna tra le mani, guarda perplessa le macchine fotografiche, i microfoni e le cravatte che pendono tristi dal collo sudato dei giornalisti. Rigorosamente vietato il flash, in spiaggia le guardie hanno controllato ogni cameraman.

- Gentilissima Demetra, ci perdoni se l’abbiamo convocata per questa intervista…
- Non avrà di che pentirsene…
- Soltanto domande accuratamente selezionate dai nostri esperti di mitologia….
- No, non guardi così, deve ammettere che lei è una creatura mitologica, non esiste veramente.

La sirena lascia cadere la coda in acqua. Uno spruzzo d’acqua arriva sulla faccia stupita dell’uomo.

- Se fossi più di una creatura che prende la vita in prestito da un umano, secondo voi sarei venuta fin qui dagli abissi per un’intervista? Nossignori, avrei di meglio da fare.

Il giornalista si aggiusta il collo della camicia e con tono conciliante,

- Ci perdoni, immaginiamo i suoi affari. Chissà quanto velieri da assediare con il canto...

Lei interrompe ridendo. Una risata forte squillante che inizia e finisce confondendosi con il brusio dell’oceano.

- Ho di meglio da fare che dare la caccia a voi uomini.
- Però ammetterà che tanti uomini non fanno più ritorno quando c’è tempesta e arrivate voi sirene.
- Quando la vita è sospesa dal vento freddo, arriviamo noi. Un lavoro come un altro, accompagnare gli uomini tra le braccia della conoscenza.
- Ci perdoni Demetra, diciamo accompagnate ma in fondo voi uccidete e c’è chi dice che fate collane con il bianco degli occhi dei marinai.

La sirena sbuffa, si capisce che se si trovasse da sola con quel giornalista, gli rovescerebbe tutta la conoscenza di sé in faccia. Con tale violenza che il poveretto resterebbe folgorato; annegherebbe nel pianto di gioia. Ma no. La sirena ha promesso di collaborare, si limita a sussurrare ciottoli di verità: - Ci sono due forze nell’universo della mente. La forza rossa e quella blu. Noi ci limitiamo a cantare a ciascun umano la forza che ha allontanato da sé. Restituiamo agli umani ciò che il padre eterno ha diviso in ciascuno di loro per mezzo di quel suo schiavo degenero che chiamate diavolo. Rendiamo la totalità.
- Totalità?
- Ogni umano nasce con le due forze ma tanti pretendono di viverne soltanto una. Perché concepite sempre opposizioni e da soli non avete l’umiltà per accogliere la totalità dell’essere.
- Gentile Demetra, riconosciamo che da Aristotele in poi il pensiero occidentale ha generato dicotomie. Ma con la totalità cosa c’entra?
- Bene e male, etica e desiderio, femmina e maschio, eterosessuale e omosessuale.. Quante parole come una giostra di opposizioni. Un umano, quando sente noi, sono baci di parole che gli aprono l’anima. No, non le non ripeterò stasera perché ho garantito che farete ritorno a casa incolumi….
- Non stupitevi, Omero ve l’aveva detto: noi regaliamo piena conoscenza di sé. Parole viola, parole che rendono le due forze entrambi vive dentro un umano. Uomo o donna che sia. E quale identità può mai resistere al rosso e blu abbracciati nell’amplesso viola?
- Ci perdoni gentile Demetra, il viola è il colore del lutto…

La sirena sospira e sembra diventare triste in viso,

- Colore malfamato e temuto. Certo che avete fatto di tutto per nascondere la verità, dovreste avere pena di voi stesse. Ma dal resto, camminate sempre con una gamba sola. Rossa o blu.

Un tizio col sigaro e il panzone prominente si avvicina fin sulla spuma bianca,

- Almeno una gamba noi altri ce l’abbiamo. Voi sirene siete mezze pesci!

Le guardie intervengono per trascinarlo via. Demetra alza le braccia, apprezza la sincerità, che lasciano sulla riva l’incredulo. Non è peggio di quelli che sorridono ipocritamente.

- Il pesce è l’animale più simile a voi umani. Immerso nell’acqua. Forza rossa in movimento nel blu. La vostra mente e la vostra anima sono tra loro in relazione come il mare e il pesce. Non fatemi dire di più… perché dovete tornare a casa sani e salvi. Tutti. L’ho promesso.

Un tipetto con gli occhialini rotondi e le bretelle alza la mano.

- Mi scusi, ma perché un umano restituito alla totalità, diventato viola grazie alla vostra voce, desidera annegare?
- Perché il viola è impossibile da sostenere per voi che ragionate sempre per opposti: bellezza bruttezza, amore e opportunismo, generosità ed egoismo, etc. Non riuscite a pensare senza ricorrere agli opposti. Quando siete viola, scatta dentro di voi la lotta. L’umano viola, è instabile. Vive un’alternanza continua di fasi: un momento è blu pensiero etica e il momento dopo è rosso vibrazione ed emozione. Il blu nega il rosso e il rosso nega il blu, vi hanno insegnato a giudicare così.

I giornalisti si guardano tra loro confusi. Speravamo dicesse altro, cosa scrivere nella colonna?
Lei li guarda sconsolata,

- Un umano viola cerca di negare sempre una parte di sé. E finisce che ringrazia e annega volentieri un colore. Quando annega il rosso, l’umano diventa serio, composto, noioso anche a se stesso. Quando annega il blu, conduce una vista disastrata, spesso dedito a dissipare qualsiasi bellezza. A volte infine, l’umano viola annega entrambi i colori. Questo avviene quando nella tempesta incontra noi tra le onde e il viola ritrovato è insopportabile, lo folgora.

Una bambina pallida si avvicina a Demetra. Mostra le mani rosse di cocci di anima.

- Signora, posso venire con te?
- Io ti conosco. Tu sei l’autrice. Mi spiace, devi restare sulla spiaggia perché il mondo esista.

La bambina chiude la testa dentro le braccia e piange. Di fronte alla totalità di amore, alla luce immensa del viola – le due forze unite – lei dovrà restare a sostenere il mondo, dovrà sopportare facce indifferenti, cieche di luce, che si dichiarano pronte ad amarla, ma l’amore umano è facile concepirlo come proprietà privata. Finalmente la bimba intuisce qualcosa. Si alza e si avvicina senza paura alla sirena,

- Nessuna divisione. Totalità. Dunque può esserci vibrazione tra due persone anche nel cucinare insieme. Anche nel vedere un vecchio film in bianco e nero muto. Non è l’attività in sé, è l’energia che si libera con l’anima che sta accanto.
- La prima vibrazione è spesso gratuita, un dono, bambina mia. E’ energia sepolta che scopri dentro il ventre. Ma dopo relazionarsi tra voi…

Gli uomini si sono fatti più interessati. Si grida allo scoop: autrice e personaggio insieme.. Che foto! Che pezzo! Il tipo con il sigaro in bocca insiste:

- Sì, glielo dica lei, Demetra, che dopo il primo momento è tutta fatica per tenere in piedi uno straccio di relazione tra due persone!

Demetra sorride e stringe le mani alla bimba.

- Cara, purtroppo non è così facile. E’ difficile per voi liberarvi della tentazione alla divisione. Creature nate viola, dovete rassegnarvi a vivere continui cambi di fase. Corrente alternata. E per vivere una relazione amorosa, dovete trovare qualcuno che riesca a entrare in fase creando insieme più spesso bellezza che distruzione. Anche la creatura più dolce e rossa, può rivelarsi compagna sbagliata per un viola. Anche la creatura più lucida e brillante di blu, può rivelarsi sbagliata accanto a un viola.
- Demetra, devo dunque trovare qualcuno che, insieme con me, produca bellezza e senza che per questo nessuno di noi due abbia un merito speciale?

La sirena guarda la bambina e scuote la testa. Anche lei non comprende bene.

- Non soltanto bellezza, mia piccola amica. Anche opposizione e inferno. Ordine e disordine. Colore e cenere. Forma e sostanza…. Usa sempre anche l’opposto di quello che credi per vivere un rapporto ed evadere dalla gabbia.
- Gabbia?
- Sì, quella di vetro dove ti ha chiuso lui, questo acquario che chiama oceano. Questi pupazzi che chiama giornalisti. Lui è il blu come tu sei il rosso nel corpo d’autore che condividete.
- Anche tu sei irreale?
- No. Io vivo dalla notte dei tempi. Sono evocata da anime come la tua.

La sirena si allontana nell’acqua scura. Il messaggio è stato consegnato. L’intervista conclusa.

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