martedì 12 marzo 2013

donne dududu7: Clarissa Pinkola Estés

Una bambina che nasce da genitori analfabeti in Messico, e cresce ascoltando le storie popolari che le raccontano. A quattro anni viene data in adozione, non dirà mai il motivo, o forse non lo sa. I genitori adottivi sono immigrati ungheresi, e nemmeno loro sanno leggere o scrivere. Ma anche loro raccontano storie, stavolta le storie zingare e centro europee. E' la prima della sua famiglia a finire le scuole elementari, Clarissa. Cresce in una famiglia povera e stramba che alterna le storie più antiche all'alcol ed alla violenza che purtroppo spesso si vedono in realtà povere e poco colte, quando queste sono abbandonate a se' stesse. Negli anni sessanta, a cavallo dei suoi vent'anni, Clarissa si sposta verso le Montagne Rocciose e conosce emigrati di ogni cultura e provenienza: italiani, irlandesi, ebrei. Accoglie ed assorbe anche le loro, di storie. Si sposta di nuovo, più a Sud, lungo la Panamericana, e conosce alcuni dei popoli di più antica origine, alcuni dei popoli nativi. Manco serve dirlo, anche li' impara nuove storie, le raccoglie mentre procede la vita quotidiana, le raccoglie ascoltandole mentre svolge con gli altri il duro lavoro di chi non ha niente.
Diventa analista, e anche professionalmente si immerge nel dolore e nella difficoltà degli ultimi, di chi ha subito un trauma, dei poveri, di chi non ha nessuno.
Ora, non sto a soffermarmi sulla marea di traguardi raggiunti da questa donna straordinaria. Traguardi non solo in termini di premi e riconoscimenti, ma anche obiettivi terapeutici raggiunti, tecniche psicanalitiche innovate o ricreate, persone guarite grazie al suo enorme, enorme apporto. Non mi ci soffermo anche se sarebbe importante farlo, anzi consiglierei a chi non la conosce di guardare anche semplicemente su wikipedia quali e quante vette ha scalato questa signora.
Ma stanotte preferisco pensare a come Clarissa più di ogni altra, e fra le prime nel Novecento, ha applicato il concetto junghiano dell'archetipo. Per cui i personaggi delle storie, delle antiche favole e leggende popolari, sono appunto archetipi di tutti noi, delle varie caratteristiche dell'animo umano. Questo concetto apparentemente ampolloso e filosofico è diventato per Clarissa la chiave per trattare in modo anche "pratico" la condizione psicologica di coloro che hanno subito un trauma. Usando le storie, declinando i loro diversi significati ed inserendoli nella nostra quotidianità, Clarissa ci permette di identificarci nei personaggi della fiaba che lei ci racconta. E, quindi, di vedere come va a finire, come potrebbe risolversi, quali sono i pericoli che si corrono. E' straordinario. Se capisco che la sposa di Barbablù sono IO, e capisco perché, allora vedo cosa succederà se continuerò a comportarmi come una sposa di Barbablù. E posso decidere di cambiare. Posso decidere di smetterla di raccontarmi la vecchia balla che spesso noi donne ci raccontiamo: "Beh, la sua barba non è poi così blu". Che in altre parole sarebbe "Beh, ma non è poi così egoista", "Beh, ma non è poi così maschilista nei miei confronti", "Beh, ma non è poi così violento". Se io capisco chi sono, capisco che ho il potere e il diritto di essere felice. Di provarci. Di stare meglio. Di diventare un essere umano decente. Mettete voi quello che preferite.
Clarissa aiuta i suoi assistiti ed i lettori dei suoi libri a trovare in se' stessi una forza che non sapevano di avere. Una Donna Selvaggia che avevano dimenticato. Aiuta a conoscere se' stessi e ad acquisire potere. Il potere quello bello , quello profondo ed importante, che permette ad ognuno di noi di essere Libero.

Una bambina cresciuta fra le storie ma anche nell'abbandono e nella violenza, nella povertà e nelle difficoltà che questa comporta. Non è mica così ovvio diventare ciò che è divenata Clarissa. E non è solo questione di quoziente intellettivo e talento. E' questione di Carattere. Di costanza, impegno, amore per la scoperta e l'approfondimento, applicati all'Amore per il prossimo ed alla nettissima consapevolezza che tutti siamo parte della stessa cosa, e che se qualcuno soffre, se qualcuno è violento, se qualcuno fa fatica, se qualcuno imbroglia, tutto questo riguarda anche me. Non è detto che tutti dobbiamo salvare il mondo. Ma diventare consapevoli DAVVERO di chi siamo, automaticamente ci fa riflettere su chi siamo nel mondo. E ci mette in relazione con tutti gli altri. Con tutte le mogli di Barbablù. Con tutte le Cenerentole. Con tutti i girovaghi, i maghi, le streghe, le bambine abbandonate, gli avventurieri. Ognuno con la propria identità, ognuno in connessione con tutti gli altri.

Prometto che al prossimo post parlerò anche delle applicazioni professionali pratiche di tutto questo, citerò nomi e titoli e scuole varie.
Ma stanotte per me il punto è questo, al di la' di tutto. Che i racconti sono diventati terapia, con Clarissa. Che tutti noi li possiamo capire e fare nostri e che sono una cosa semplice, e gratis, che possiamo usare per darci un imput. Che le vecchie storie non sono tutte cazzate usate per spiegare gli eventi quando non c'era la scienza, ma adesso che la scienza c'è non servono più a niente. I racconti spiegano l'anima, la curano e la rendono straordinaria. I racconti parlano il silenzio. E Clarissa ci aiuta a capirli ed a scovarli, per poterci scovare dentro noi stessi.

2 commenti:

  1. Grazie, come al solito. I suoi libri mi hanno aiutato molto, e ancora adesso non posso prendere in mano Donne che corrono coi lupi senza imparare e scoprire qualcosa su di me. Il lavoro di Clarissa è enorme ed ha aiutato e sostenuto chissà quante donne e uomini nel mondo...
    Conoscere la sua vita mi spinge a stimarla ancora più profondamente come donna e come persona, oltre che come donna sapiente, creatrice e aiuto per coloro che sono persi chissà dove in sé stessi.
    E' splendido il suo modo di unire scentificità, suggestione, miti, storie, esperienze di vita sue e di altri...offre visioni complete in ogni loro parte!

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  2. grazie a te Elke..io la adoro.. *.*

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