mercoledì 21 aprile 2010
una donna
Allora, l'argomento del libro è interessante ed attuale. L'emancipazione femminile in Italia ad inizio secolo vista attraverso la storia personale di questa donna. La scrittura però è per molti tratti di una pallosità assurda. Ed è davvero un peccato, tanto più che l'autrice ha avuto una vita davvero brillante, fra tantissimi amori e l'impegno sociale intenso col partito comunista.Il tema femminista è uno di quelli che, ovviamente, apprezzo particolarmente, e mi spiace proprio che il libro risulti alla fine noioso e pesante. C'è da dire però che, se si riesce a superare la scrittura ampollosa (che è la causa dell'effetto soporifero), il romanzo è davvero valido sia come argomenti che come storia in se', tanto più per il fatto che quando fu pubblicato (1906) non c'erano praticamente tracce del movimento femminista in Italia, e pochissime erano le donne che trovavano la forza di lasciare il marito. Per dirne una, allora se una donna se ne andava i figli restavano per legge col padre, ed anzi non essendoci il divorzio l'uomo poteva far andare a prendere la moglie con la forza e farsela riportare a casa dai carabinieri. Sembra quasi assurdo, ed invece in moltissimi luoghi del mondo la situazione è ancora così se non peggiore.
Libri come questo, pur non essendo recentissimi, danno un quandro secondo me importante degli sviluppi di una lotta che le donne di tutto il mondo stanno ancora combattendo, anche nei paesi più sviluppati. E queste cose non bisogna mai dimenticarsele.
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