domenica 16 ottobre 2011

dietro la porta


Mi sono resa conto di essere vecchia, leggendo questo romanzo. Perchè il protagonista è un ragazzo di sedici anni, e come co-protagonisti ci sono altri ragazzi della sua età. Il ragazzo scopre che un altro, il quale fingeva di essergli amico, in realtà dice le cattiverie più crudeli ed assurde alle sue spalle. Fra queste innumerevoli malelingue ce ne sono alcune su sua madre, sul fatto che appaia come una donna..diciamo calda, passionale, quando la sua sola colpa è invece essere ancora bella ed essere sorridente e gentile. A questo punto il nostro protagonista si rende conto che anche i suoi genitori probabilmente fanno sesso. Dato che ha altri due fratelli, sicuramente mammina e papino sono andati a letto insieme almeno tre volte. E questa scoperta sconvolge un po' tutto il suo mondo.
Ci siamo passati tutti, a età diverse e con reazioni diverse ma sempre, almeno all'inizio, con un certo piccolo o grande stupore, e diciamocelo, anche un po' di schifo all'inizio. Dopodiché nel nostro animo abbiamo benedetto anche i nostri genitori, e lascia che scopino pure loro poveri cristi. Il motivo per cui mi sento vecchia, al di la' del fatto che i sedici anni li ho superati da un pezzo, è che mi sento impersonificata dalla madre del protagonista, una donna dolce e affettuosa che all'improvviso viene vista con ribrezzo dal figlio. Mi fa una tenerezza..Sono proprio anziana..
Comunque. Bassani scrive da dio, e il libro è asciutto e non tergiversa in lunghissime e noiose descrizioni di cose inutili o riflessioni troppo filosofeggianti. Un po' come Pirandello (anche se io preferisco, appunto, Pirandello). Questo fa sì che questo libro, che pure racconta della vita più o meno quotidiana di alcuni ragazzi di liceo nel periodo fascista, non risulti un mattone alla Cuore.
E' stupefacente leggere qual era il livello dell'istruzione allora. Soprattutto perché non puoi fare a meno di paragonarlo a quello di adesso, e di conseguenza non puoi fare a meno di fare un sospiro, metterti una mano nei capelli e pensare a quanto gradualmente stiamo diventando delle capre, di generazione in generazione.
Ancora, quasi mi commuovo a leggere di questi adolescenti che di sesso non sanno niente, o di quelli fidanzati in casa, con tanto di anello e visite serali alla morosa nel salotto buono con mamma e papà che assistono all'intero incontro. Non è che ho gli impeti nostalgici, anzi ovviamente quelli che mi stanno più simpatici fra tutti i personaggi del libro sono i due pluriripetenti che sono degli abituées dei due bordelli della città. Però provo tenerezza a vedere questa "innocenza", questa ingenuità che sono sicuramente esagerate e causate da un bigottismo (si dice così?) odioso, ma sono comunque dolci, in un certo qual modo.
La nostalgia invece la sento eccome a leggere di questi ragazzi che girano Ferrara in bicicletta, che sono sinceramente felici a farsi una bella partita a calcio in un cortile, che leggono con passione Salgari e Kipling, che si trovano insieme a fare i compiti. Mi piace tutto questo. Mi piace più dei motorini, dei videogames, di YouTube, dei film di Twilight. Mi piace che a sedici anni si sia spaventati all'idea di crescere e di affrontare il mondo, e non perché si è dei tonti mammoni ma perché ci si rende conto di quanto effettivamente il suddetto mondo sia grande, difficile e cattivo, e quindi se ne ha una giusta paura.
Mi piace che, nonostante tutto, quando la mamma ti chiama e ti dice "allora, me lo vieni a dare un bacio?!", anche a sedici anni si scenda e la si abbracci.
Lo so, me lo sono detto da sola, sono vecchia. Ma tant'è.

2 commenti:

  1. "Dietro la porta" insieme a "Gli occhiali d'oro" ,sono due romanzi che ho amato tantissimo! Forse più del famoso "Giardino dei Finzi Contini" (Quando Allegri inizierà a parlare a lezione di "Dietro la porta", se vuoi, ti avviso.)
    Quando ho letto il titolo del post mi sono detta "Dai che questa volta lasci un gran bel commento, degno di quei quattro neuroni che ti restano in testa"...poi ho letto il tuo post e mi sono ritirata nel cantuccio.
    Hai detto tutto, e in una maniera strepitosa.

    Unico appunto e richiamo: evita di definirti vecchia perché credo sia presente in ognuno di noi quel senso di malinconia per un vissuto che, seppur per certe cose può essere definito di stenti, in realtà ti dava molte più cose. Si era più ricchi nell'animo, nello spirito, nella cultura e, per assurdo, nei ragionamenti.
    Certo, in quanto madre tu leggerai il romanzo in una luce diversa da chi sa cosa vuol dire solo per vissuto indiretto,...ma non è certo quello che segna l'età di una persona.
    E' un discorse che avevamo iniziato la prima volta che ci si è viste,ma che poi ho lasciato cadere per vergogna e premura:ancora non ti conoscevo...ora che forse sto iniziando a conoscerti di più, la prossima volta che affermi di essere vecchia, parto con un pippone dei miei! (Non mi sgridare se poi dico che negli anni '80 facevi le medie =P Colpa tua che sostieni di essere vecchia!)

    Un abbraccio

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  2. la vecchiaia è solo una questione anagrafica, che nasce e muore nella righetta della carta di indentità. basta sentirsi pieni di speranze e dinamici!

    inoltre, non mi interessa vivere l'adolescenza in questo decennio...è stato giusto sia stata quando è stata.

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