domenica 20 maggio 2012

trachinie


era da un po' che non vi beccavate una tragedia. ;)
Dunque, ancora Sofocle, che pure stavolta è perfetto, preciso nel linguaggio e nel ritmo, attento a caratterizzare tutti i personaggi, anche alcuni di quelli secondari come l'immancabile nutrice. Li caratterizza praticamente tutti, tranne una. Lei. La Iole, la rovinafamiglie. Che c'avrebbe pure un nome simpatico, sai di quelli che ti fanno venire in mente una bella ragazzotta romagnola che ti prepara la piada d'estate.
Invece qui è l'involontaria causa di un colossale sfacelo.
Dunque Ercole, sposato con Deianira ma gran puttaniere 8ebbe almeno settanta mogli..), durante una delle sue missioni per salvare la Grecia perde la testa e l'ormone per la Iole, però il padre di lei si rifiuta di concedergliela come concubina (e chi può biasimarlo, cuore di papà). Ercole sappiamo che tipo era, uno irruente per usare un eufemismo..quindi per vendicarsi del padre, Eurito, distrugge la città della quale Eurito è re. Che già qui, tu pensa al giorno d'oggi che certi padri farebbero la firma per dare la propria figlia appena o non ancora maggiorenne a Berlusconi..vabbé.
Ercole, il simpaticone, dopo quindici mesi che non torna a casa dai figli e da Deianira (la quale è giustamente delusa dal suo comportamento, e pure un tantino incazzata), che fa? Resta nella città appena rasa al suolo perché deve celebrare i sacrifici a Zeus, però manda alla cara mogliettina dei doni per farle sapere che è vivo e, di nuovo, vincitore. Fra i doni ci sono, soprattutto, un gran numero di schiave, provenienti dalla città conquistata..e chi ci sarà mai fra loro? La Iole.
Deianira, prima ancora di sapere che Ercole s'era ingrifato per lei, prova una pena infinita per Iole, figlia di re e bellissima ma costretta in schiavitù da un uomo che sì, sarà anche un eroe, ma nel rapporto di coppia fa cagare. Quando scopre che Iole dividerà il letto con lei, si altera un tantino, ma si ricompone e pensa di imbibire un peplo con un magico filtro d'amore, e mandarlo come dono a Ercole, che così dovrebbe rimanere innamorato di lei e scordarsi la Iole.
Peccato che, quando Ercole indossa il peplo, scopre che era imbibito di un veleno potentissimo, devastante, e ovviamente senza antidoto. E pure Deianira lo scopre in quel momento, era stata ingannata. Pure il loro figlio maggiore, Illo, lo scopre, e vede morire suo padre fra atroci sofferenze. Va ad accusare la madre, poi capisce che è un'assassina inconsapevole e disperata, epperò non riesce a chiarirsi con lei perché Deianira per il senso di colpa si suicida. In punto di morte Ercole chiede al figlio di bruciarlo vivo così porrà fine alle sue sofferenze, nonché un altro "piccolo favore". Testuale eh: "concedimi, accanto ai favori più grandi, un'altra piccola grazia."
Cosa gli chiede, all'adorato figlio maggiore? Di sposarsi la Iole, cosicché nessuno fuori dal sangue di Ercole abbia mai modo di possederla.
Quindi Illo si trova costretto a sposarsi quella che è stata causa della morte di entrambi i suoi genitori.
Ora, chi legge qui sa che praticamente mai io riassumo i libri che leggo, ma questo è così ridicolo che non può dirsi un riassunto dai. :)
L'ho scritto per farvi capire, se non aveste letto questa tragedia, quello che ho provato io.
Primo, di fronte alla straordinaria fantasia e talento narrativo di Sofocle (come di Euripide ed Eschilo), che dovendo scrivere un testo con regole precise in merito ad argomento, personaggi, ritmo, lunghezza, linguaggio, è sempre riuscito a dare ampio spazio alla propria creatività.
Secondo, di fronte alla magnifica quanto spaventosa verità che tutti abbiamo un lato oscuro, anche un eroe "positivo" come Ercole.
Terzo, di fronte al coraggioso tentativo dell'autore di far risaltare come deprecabile la condizione delle donne ridotte a conquiste, schiave, o comunque fattrici e massaie che dovevano accettare praticamente qualsiasi cosa.
Quarto, di fronte alla paura che fanno il dolore e la violenza, anche se imbrigliati nella perfezione sofoclea, non liberi e selvaggi come in Euripide.
Quinto, di fronte alla tenerezza che non posso non provare per sta poveraccia di Iole. Non che Deianira non mi faccia pena eh, anzi sotto sotto sono pure contenta che abbia fatto fuori Ercole. Però Iole non ha niente. Ha perso il padre, la libertà, la città natale, tutto in una volta, e non può nemmeno fregiarsi del titolo di moglie. Neanche lei sarà mai la Signorina Ufficiale, ma sempre un'amante nascosta nell'ombra e detestata da tutti, vista come una puttana immorale e senza scrupoli. Perfino l'autore non le fa dire nemmeno una battuta, non descrive come è fatta, niente. Non potevo che provare un moto di affetto ed empatia per lei.
Le auguro che almeno Illo, il marito obbligato, sia buono una volta passato il lutto, e che scopi bene. ;)

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