lunedì 16 gennaio 2012

storie di donne selvagge


un altro libro straordinario, quello del giro di boa. Inizio la ventisettesima settimana postando il ventiseiesimo libro, sono un pelo indietro ma contando che sono stata più di un mese senza postare praticamente niente, e contando che questo libro è una raccolta di tre, mi considero più o meno in media inglese.
Dicevo, un libro straordinario. Anche stavolta c'è l'inquietudine, ma non ha niente a che vedere con quella spaventata e negativa che mi aveva lasciato Il profumo. L'autrice di questo scritto, Clarissa Pinkola Estés, ti sa trasmettere quell'inquietudine che si prova quando ci si rende più o meno conto che c'è qualcosa dentro di noi, qualcosa che forse ha pure un valore. Lei è una psicoterapeuta di fama internazionale, ed è specializzata nell'accompagnamento psicologico di persone che hanno subito gravi traumi. Per fare due esempi, ha seguito gli studenti ed il personale della Columbine school dopo la tragedia di qualche anno fa, ed ha avuto in trattamento moltissimi reduci e familiari delle vittime dell'attentato alle Twin Towers.
E' un'ottimista incontenibile, perché sente, e sa, che noi siamo nati per vivere adesso, in questi tempi difficili. Perciò possiamo non solo sopportarli, ma anche salvarli, rendere migliore quella parte di mondo che è alla nostra portata. Ci vogliono anime straordinariamente temprate e belle per sopravvivere oggi, nello schifo e nell'incertezza, e Clarissa dice che quelle anime siamo noi.
Leggendo le sue cose capisci che quello di cui lei è convinta potrebbe anche essere vero, perché secoli di leggende miti storie popolari e folklore, di paesi diversi in epoche diverse, ma di uguali o simili contenuti, non possono sbagliarsi.
Clarissa infatti, principalmente, racconta storie. E' cresciuta e vissuta in mezzo alle storie, della sua famiglia latino-americana d'origine, di quella ungherese zingara di adozione. Reduci quelli che non sono desaparecidos dalla parte latina, rifugiati quelli che non sono morti nei lager dalla parte ungherese. Una famiglia unitissima, dal dolore e dalle storie, che curano veramente, come medicine. Storie che hanno tutte un senso ed un significato profondo, che ti fanno capire "cosa davvero conta nella vita". Storie che parlano allo spirito ed all'anima e smuovono l'intuito antico che c'è in fondo a te, la potenza dell'amore, della scintilla più profonda del tuo animo, che ti tiene viva e ti fa risorgere nonostante tutto, anche se ti avevano abbattuta, scorticata, schiacciata, abbandonata..come Inanna, come la Fenice, come Persefone e Demetra, come il fuoco sacro di Brighid, come le selvagge amazzoni, come le streghe di ogni tempo, come tutte quelle donne che hanno un passato duro e decidono di rischiare ancora e vivere, e dio come sono belli i loro volti quando decidono così.
Storie di alberi tagliati che assurgono a nuova vita, a tante vite, di donne anziane che si lanciano in danze primordiali e sfrenate, di maghi dell'acqua che li avevi presi per matti e invece dopoo un po' ti accorgi che hanno fatto nascere centinaia di gigli gialli lungo una statale, di fuochi che permettono al vento di riportare la vita, di coppie che si amano in mezzo alla povertà più disastrosa. Storie di speranza che vengono dalla disperazione. E' per quello che ci credi. Perché sai che l'hanno conosciuto, il dolore, e comunque finiscono al meglio. Magari non come ti aspettavi. Come la vita. Storie di Vita, quindi. Non potevo che amarle visceralmente.

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