martedì 31 gennaio 2012
poesia
come sempre in tempo di esami, i libri letti per piacere e postabili qui non sono molti. Diventa perciò fondamentale avere a disposizione una discreta scorta di libriccini piccoli, da leggere in poco, pochissimo tempo. Così posso postarli qui e proseguire la mia sfida "50 in 50", ma soprattutto posso leggere qualcosa che non siano testi universitari. Prima di parlare del libro ringrazio Elke a cui ho rubato l'immagine..
Stasera sono tornati nella mia vita i Pellerossa, per la precisione i Navajo, con un volumetto microscopico contenete quasi una sessantina delle loro poesie. Uno di quelli con ancora il prezzo, 4900 lire.
Canti Navajo che, letti oggi con un pochino più di studio e di vita alle spalle rispetto a quando ho comprato il volume, mi sembrano non soltanto belli e sognanti, ma ricchi di risposte..risposte forti e chiare, per chi vuole ascoltarle. Forti e chiare anche se celate dietro ad un apparente formato "letterario". Sono preghiere, sono canti, tutti dedicati al Dio e alla Dea nelle loro svariate declinazioni. Il Fanciullo del Giorno Nuovo, la Dea della Rugiada, i progenitori Donna di Pioggia e Uomo di Tuono, il Dio del Polline, la Fanciulla dei Campi..tutti gli Dei sono un Dio, tutte le Dee sono una Dea. Questo ci dicono i Navajo e tutte le religioni antiche, e noi che ci vantiamo delle nostre infinite conoscenze non capiamo queste assolute ovvietà, che persone dappoco siamo.
Così, anche qui come nella mitologia greca, e celtica, e indoeuropea tutta, e sudamericana, e cinese, e giapponese, e indiana, e africana, leggo e vedo che la Dea primigenia e il suo Paredro, Madre Terra e Padre Cielo, Luna e Sole, chiamiamoli come ci pare, sono davvero i genitori di tutti noi. Noi che abbiamo accettato che dei preti eliminassero (o provassero ad eliminare) il divino femminino, noi che abbiamo accettato di credere che fosse il Cristo Morto quello da venerare al posto di Cristo la Tigre, il profeta gnostico rivoluzionario e scomodo. Noi che abbiamo finto di non accorgerci che dire che non esiste Dio è una bestemmia esattamente uguale a dire che ne esiste solo uno, il proprio, e tutti gli Dei degli altri sono fasulli. Noi che non capiamo che la magia non è una roba da favole per bambini, ma è quella che costantemente avvolge le nostre vite, nel bene e nel male.
Quante risposte, in cinquantasette canti che parlano ogni volta di un pezzettino diverso della Natura e della vita quotidiana, ma che per cinquantasette volte dicono la stessa cosa alla Grande Madre Vita: ti amo.
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