domenica 21 novembre 2010

lezioni americane


in questi giorni, in questo mese actually, la voglia di leggere è stata tanta, e il tempo poco, così anche scrivere qui mi sembrava un furto di tempo alle mie letture.
Così adesso mi toccherà scrivere tutti insieme i post dei libri letti negli ultimi venti giorni, e vi risparmio eventuali post su come mi sento, come vedo la vita,and other bullshit.
Ma a scrivere di Calvino non posso proprio rinunciare, ovviamente non perché il mondo abbia bisogno dei miei ingenui, insulsi, anonimi commenti su Calvino, ma perché ho proprio bisogno di esprimere come mi sento in merito a questo saggio, anche se il post non verrà letto.
Allora.
Complesso, intricato, denso di riferimenti e significati e consigli e citazioni, ricco, con un linguaggio così curato straordinario vario e preciso da cambiarti la testa.
Sì, davvero, perché mi sento di dire che chinque voglia provare a scrivere qualcosa con lo scopo di farsi pubblicare dovrebbe leggere questo saggio. Anzi, chiunque IN ASSOLUTO dovrebbe leggerlo. Andrebbe introdotto a scuola obbligatoriamente.
Non solo per gli argomenti trattati, e per la poesia con cui se ne parla, ma anche appunto per l'uso della lingua, della scrittura, del lessico che fa quest'uomo. Tutti abbiamo scritto un tema nella vita. Ma al di la' dei temi e della scuola, tutti abbiamo dovuto o potuto o voluto fare un discorso importante almeno una volta. Non importa se è un discorso pubblico, se è una dichiarazione d'amore, se è un discorso di scuse. Non importa l'argomento, o meglio dovrebbe essere ovvio che se riteniamo importante il discorso che stiamo per fare allora dovremmo aver scelto un argomento ed una argomentazione come si deve. Parlo proprio del modo di esprimersi, che deve, DEVE essere almeno decente, e spessissimo invece non lo è. Oggi al mio paese c'è stata una piccola conferenza sull'educazione alla lettura dei bimbi fin da piccoli. L'assessore alla cultura e innovazione ha fatto un brevissimo discorso di benvenuto, durato penso tre minuti, e quei tre minuti sono stati ricchi solo di gravi errori grammaticali, ripetizioni e di un vocabolario credo di quaranta parole in tutto, considerando anche le preposizioni e gli articoli. Non voglio essere snob, giuro. Ma cazzo, è una conferenza sulla lettura, e ri-cazzo, sei assessore alla cultura!
E' anche per questo che fa bene leggere questo saggio, nel quale Calvino, nel 1985, presentò sei valori che avrebbe voluto portare nel nuovo millennio, in ambito letterario. Mentre leggi, non puoi non spostarti dalla letteratura alla vita e ritorno, ed è giusto e ovvio che sia così, perché la letteratura, come ogni altra manifestazione culturale, E' la vita. Perché è il linguaggio che ci rende unici nel mondo animale e vegetale, e sono le nostre manifestazioni culturali che definiscono la nostra umanità, e il nostro impegno per affermare la personalità che abbiamo, individuale o collettiva. Perchè non siamo nati con la penna in mano, ne' con qualsiasi altro strumento. Noi siamo nati nudi, incapaci di comunicare comprensibilmente e di eseguire la maggior parte delle azioni che caratterizzano un'intera vita. Però abbiamo imparato, ed impariamo. E questo ci rende speciali, perché nessun altro animale è in grado di imparare tanto quanto noi, e di operare connessioni o ragionamenti come noi. E' un dono straordinario, e va coltivato molto più di quanto la maggior parte di noi faccia abitualmente. E leggere questo saggio è veramente un enorme suggerimento su cosa coltivare e come, in ambito letterario ma non solo. E costituisce anche, questa lettura, un potente incentivo a migliorare, se riesci a superare il fatto che sei maledettamente mediocre e minuscolo rispetto a gente come l'autore. Ma in fondo, che importa se non sono all'altezza di Calvino? Lo so che non lo sono. Ma questo saggio mi fa pensare che, forse, anche io ho qualcosa da dare. E, sicuramente, posso migliorare in molti ambiti della vita, se lo voglio.
"Ognuno deve tirare fuori l'opera d'arte che è in se'". L'ha detto Michelangelo. E forse ne capisco più a fondo il significato, oggi.

3 commenti:

  1. Mi fai sempre venir voglia di leggere i libri di cui parli, ma hai idea di che casino sia procurarseli qua?! :)

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  2. :)))))))
    che sia un segno che devi tornare più spesso?
    almeno adesso so cosa regalarti.. :)))))
    baci, a presto

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  3. dott. ing. lup. mann. cek26 novembre 2010 alle ore 10:27

    ma roberto...hgai il kindle! :-) scherzo :-)

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