mercoledì 20 ottobre 2010
simposio
Questo è considerato il più bello degli scritti sull'amore di tutta l'antichità.
Basterebbe per convincere chiunque a leggerlo, questo che è veramente un dialogo straordinario, che proprio non ti capaciti di come potesse Platone avere quell'incredibile testa.
I personaggi si trovano a cena, e ad un certo punto decidono che, a turno, ognuno deve fare un discorso di encomio sul dio Eros. Ecco, detta così sembra l'inizio di un qualsiasi romanzetto. E invece è una delle raccolte di pensieri sull'Amore più intense, profonde, insolite, affascinanti che io abbia mai letto. E, dato che il libro è ancora famosissimo dopo 2400 anni, dev'essere stata una lettura incredibile anche per molti altri migliori di me.
Eros, il vero motore della vita, colui che anima ogni pensiero nobile e buono, colui che stimola gli uomini a compiere le azioni migliori, colui che tira fuori il meglio di ognuno, la forza che fa muovere tutto, colui che può portare gli esseri umani all'immortalità.
L'amore qui è nobile e potente, ed è quello che non guarda il genere sessuale, il denaro, il potere politico, ma guarda la bellezza. Inizialmente si intende la bellezza fisica, per poi salire di livello, all'intelligenza, alla volontà di apprendere, alla bontà d'animo e alla correttezza, fino ad arrivare alla Bellezza, quella assoluta. Che ispira l'amore, quello assoluto. Se mai capirò bene quali sono, cosa sono, la Bellezza universale e l'Amore universale, ve lo faccio sapere.
Ma intanto è una meravigliosa fonte di speranza sapere che ci sono.
E' una meravigliosa fonte di speranza leggere il complesso ma chiarissimo pensiero di Socrate sull'argomento.
Perchè i pensieri espressi qui, nel Simposio, sono così sensati, intelligenti, convincenti e chiari che, almeno un po', ti viene da crederci. Perchè se già sono esistiti, essere umani come questi, puoi credere che ne esista qualcuno anche oggi, o che esisterà.
E in fondo, se ci credi, se almeno ci speri, tutto può succedere.
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