mercoledì 13 ottobre 2010
ermes
Il romanzo è il primo di Simonetta Poggiali. E' ambientato a Napoli, la Napoli di oggi sporca cattiva e difficile, ma con alcuni angoli che ti regalano ancora sospiri, sorrisi e sogni.
Comunque una città violenta, dove la delinquenza fa da padrone, dove tutto o quasi si fa per convenienza o per paura o per onore. C'è poco amore nella Napoli di questo libro, poca amicizia, pochissima tenerezza.
Però c'è il protagonista, Luigino. Un adolescente grasso e dolce che fa il duro, che fa il corriere fra chi paga il pizzo e chi lo riscuote. Ma che immagina un altro futuro. E anche un altro presente. Che si affeziona. Si innamora. Che ama le cose fresche e pulite e il rispetto dato per merito e non per paura. Che si pone delle domande. Che prova a rispondere. Che soffre in silenzio ma non è sopraffatto dal dolore al punto di diventare freddo e crudele. Che mantiene la sua sensibilità.
Luigino che a suo modo dice basta a tutta la merda. Luigino che è grasso ma vola sul motorino, per portare le mesate dei negozianti ai suoi superiori, ma anche per andare a Marechiaro con gli amici e Ninetta, che lui ama sinceramente e forse è ricambiato, almeno finché il fidanzato di lei non esce di galera per tornare a comandare e spaventare il quartiere.
Luigino che come Ermes è un messaggero. Che porta con se quello che gli fanno portare, e che accompagnerà anche l'amata in un viaggio di quelli epici.
Luigino, che alla fine in un certo senso non ce la fa, ma che ci prova, come è capace, e in questi tempi e in quella realtà è già tanto, tantissimo.
Ermes, il semidio messaggero degli dei. Luigino, così meravigliosamente, poeticamente, crudamente umano, si sente come lui. E vola.
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