venerdì 4 giugno 2010
l'Innocente
ieri sera ho finito sia Doyle che questo, che vi devo dire? e poi è meglio che approfitti del fatto che il mio computer mi obbedisce e internet mi funziona. Chissà quando ricapiterà.
L'Innocente tratta di infanticidio. Ed è scritto da D'Annunzio.
Bastano queste due affermazioni per capire, almeno chi mi conosce lo capirà, che il libro non mi è piaciuto molto. Ma tant'è, lo dovevo leggere per quel cazzo di esame di letteratura, e allora tanto vale farsene una ragione e parlarne.
Ammetto che ho un pregiudizio nei confronti di D'Annunzio e fatico a liberarmene.
Ammetto che il protagonista di questo libro, un tipico "superuomo" dannunziano, è uno di quegli uomini che io detesterei.
Ammetto che il suddetto protagonista assomiglia per certi versi al mio ex, che è un viscido verme ma che io non so come ho amato sinceramente. E questa è l'ennesima prova di quel che dico sempre, che non bisogna mai e poi mai giudicare perché tutti facciamo errori e cazzate. Io ne faccio più di altre persone in effetti, ma non divaghiamo.
Il protagonista allora, Tullio. Lo chiamerò il Divino, perchè è così che lui si sente per la maggior parte del tempo. E' sposato con Giuliana, la tradisce per anni, se potesse si scoperebbe anche, che ne so, un vagone della metro, ma al tempo ancora non c'era la metro. La moglie sa tutto, e accetta in silenzio per anni questa situazione del menga, per usare un eufemismo. Sì lo so, anche lei è una cogliona, ma sto parlando di lui adesso. Il Divino ha con la moglie un rapporto fraterno, dice. Infatti è molto comune che i vostri fratelli vi trattino di merda, vi abbandonino e vi lascino soli a piangere per anni credendo che in fondo la sofferenza vi renda persone elette. E' un tipico esempio di amore fraterno questo. Mica è un esempio di bastardaggine congenita aggravata da disturbo narcisistico della personalità. Assolutamente no. E' proprio amore fraterno.
Ad un certo punto, per vari episodi che non sto a raccontarvi, Tullio e Giuliana sembrano riavvicinarsi. E lui scopre, dopo aver rifatto sesso con lei per la prima volta dopo vari anni, che lei è incinta di un altro. E li' scatta la OLA di tutte le donne come me: GIULIANA, GRANDEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!
Lei invece, la tonta, si sente in colpa per l'adulterio al punto di volersi ammazzare. Ma lui, il Divino, la convince a restare viva e a detestare il nascituro insieme a lui. Così la bellissima coppia è finalmente riunita dall'odio e dal ribrezzo per il bambino figlio del tradimento. Che adorabile quadretto no?
Il bimbo nasce, amato e coccolato da nonna, zio e sorelline, mentre i due colombi ogni volta che lo vedono o lo toccano devono contenere la nausea.
Così una sera il Divino, col tacito consenso della mogliettina, lascia per un po' fuori al gelo di dicembre il piccolo, che ovviamente si ammala e muore.
E siamo tutti contenti.
Non avevo mai riassunto i libri letti qui nel blog, ma in questo caso ho dovuto farlo perché è molto difficile per me commentare questa lettura. Mi ha lasciata arrabbiata, dispiaciuta e anche un po schifata. Mi ha fatto pensare per tutto il tempo a quanto stronzo era il protagonista. Mi ha fatto pensare al fatto che qualcuno, nel periodo in cui uscì per la prima volta il libro, forse si è pure identificato con Tullio o con Giuliana. Mi ha fatto nuovamente riflettere su quanto a volte sia davvero impegnativo avere un atteggiamento non giudicante ma solo osservatore ed eventualmente critico. Mi ha fatto osservare uno stile di scrittura che io personalmente non apprezzo molto ma che sicuramente è diverso dagli altri, ed innovativo, e questo è un indubbio merito dell'autore. Mi sono chiesta se D'Annunzio l'abbia scritto per provocare, e per provocare cosa?, o se l'abbia scritto perchè il morboso lo aveva sempre attratto e gli interessava scrivere di quello. Mi ha fatto pensare che, comunque, l'arte è lo specchio dei tempi e quindi anche questo libro lo è, e ne io ne' nessun altro possiamo decidere cosa va bene o non va bene leggere o ascoltare o guardare. So, welcome to provocation.
Ma che dispiacere, e che amaro in bocca mi ha lasciato, non avete idea.
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bella recensione. 30 e lode :-)
RispondiEliminala situazione sembra antesiniana delle odierne soap opera :-)