eccoci qua. Tanto per cambiare il mio computer è lento in modo imbarazzante,e la mia connessione ad internet..beh, ormai sono quasi certa che in realtà sia una candid camera. Comunque.
Di nuovo Roddy Doyle, stavolta con un libro che è una raccolta di racconti brevi. Il tema è uguale per tutti, ed è la mescolanza di razze ed etnie che ormai c'è in Irlanda. Questa per gli irlandesi sopra i trent'anni è ancora una novità, legata al boom economico che da una quindicina di anni fa e fino a due anni fa aveva fatto diventare il paese dei paddys uno fra i più ricchi d'Europa. Ed è per questo che molti stranieri si sono trasferiti la', in un paese che era diventato così giovane e dinamico. Certo, con ancora molto della vecchia Irlanda, e dei vecchi irlandesi. Che si sono trovati sbalzati dal nomignolo di "negri d'Europa" ad una sensazione del tipo "adesso siamo ricchi cazzo, siamo forti". E bisogna conviverci, con la vecchia e la nuova Irlanda insieme. E bisogna convivere anche col fatto che dove c'è benessere c'è sempre qualcuno che arriva perché il suo paese d'origine è più disastrato.
Così Roddy nei suoi racconti tratta lo stesso tema, ma in modi talmente diversi da un racconto all'altro che se non avessi letto l'introduzione te ne renderesti conto solo dopo un bel po', che l'autore ha un fil rouge che guida la narrazione dall'inizio alla fine. E alla faccia del fil rouge, l'argomento è dei più complessi delicati ed esplosivi; eppure lo scrittore lo tratta com'è nel suo stile, con schiettezza e semplicità, anche se parlare semplice e chiaro di cose complicate è una sfida che lascia sul campo solo pochi superstiti, i migliori.
C'è che forma un gruppo musicale, i Deportees, e spacca veramente.
C'è che realizza un progetto per la scuola sui pregiudizi, e lo fa andando a rubacchiare nei negozi per poi restituire tutto ed aprire gli occhi al negoziante sul fatto che non sempre le persone sono quel che sembrano.
C'è che si trasferisce fino a Manhattan per scrivere nei neri irlandesi.
C'è che decide di non avere più paura dei prepotenti, solo perché è straniero e in apparenza debole.
C'è chi prova a creare un test per vedere se sei veramente un irlandese doc, e l'unico che raggiunge il 97% di irlandesità è un omone nero che con capelli rossi e quadrifogli sembra aver poco a che fare.
C'è un po' di tutto, da ridere e da riflettere, da porsi domande e poi porsene delle altre. Perché in fondo le risposte sono una noia a volte.
E poi, è scritto da Roddy Doyle, e questa è sempre una garanzia.
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