sabato 22 giugno 2013

Saffo vista da Elke

Riporto qui un brano, a tratti tagliato, dello straordinario lavoro di ricerca svolto da Elke per Il Tempio della Ninfa, lavoro che potete leggere per intero ovviamente sul sito e che davvero merita, come sempre.. :)


Saffo nacque ad Ereso, nell’isola di Lesbo,intorno all’anno 640 a.C.
Ebbe tre fratelli. Seguì la famiglia in esilio in Sicilia, ma poté in seguito tornare in patria, a Mitilene, dove fondò il tìaso. Tale gruppo era destinato, secondo le ipotesi più accreditate, ad istruire le fanciulle di agiata condizione riguardo alle arti, alle buone maniere e al ruolo femminile che le donne greche erano costrette e interpretare.
Alcune fonti riportano il matrimonio di Saffo con un certo Cercila di Andro, ma probabilmente questa è una notizia fittizia inventata da commediografi successivi, in quanto Cercila viene da kerkos “pene”, e andros significa “uomo”. Tuttavia, il fatto che Saffo abbia sposato “pene da uomo”, potrebbe simboleggiare che essa, semplicemente si unì ad una parte maschile, sotto forma di Amante in carne ed ossa, del quale non era importante il nome ma il ruolo, oppure sotto forma di Amante interiore, che bilanciasse la sua dolce natura femminile. Ebbe anche una figlia, che chiamò come sua madre, Cleis.
Da un frammento si evince che la poetessa visse fino ad un’età avanzata. Negli anni della vecchiaia, si innesta la leggenda del suo amore infelice per il giovane Faone “il luminoso”.
Costui avrebbe inizialmente ricambiato l’amore di Saffo, ma poi si sarebbe rivolto a bellezze più fresche, provocandole un enorme dolore, per allontanare il quale ella si sarebbe gettata dall’alto della rupe Leucade, la rupe bianca, fra i flutti.
D’altra parte essendo Faone appartenente alla cerchia di Afrodite, forse come paredro che ciclicamente muore e rinasce, anche quest’amore finito in tragedia potrebbe essere un fraintendimento successivo.
Sulla rupe Leucade pare sorgesse un santuario di Apollo, e si credeva che gettandosi dall’altro di quelle rocce a picco sul mare, i sopravvissuti si sarebbero profondamente purificati e liberati da un amore senza futuro. La prima, infatti, che compì quest’azione fu proprio Afrodite, la protettrice di Saffo, per purificarsi in seguito alla morte di Adone. Nell’Odissea la rupe Leucade è posta lungo la strada che porta alle Isole dei Beati.
Il salto fra i frutti rappresenta forse un atto purificatorio, una sfida a sé stessi, un balzo nell’ignoto che tanto spaventa l’uomo. Colui che sopravvive a questa prova si libera dell’amore semplicemente umano, variabile e limitato nel tempo, potendo forse conoscere quello imperituro che può essere trovato fra le dolci braccia della “Bianca Dea”.

Non aggiungo altro perché il brano che ho riportato è già talmente ricco che direi basta e avanza per questo piccolo bloggino..ma vorrei far notare come quella di cui abbiamo appena letto fosse, per la mitologia antica, la Verginità. Era inviolabilità della libertà personale della Donna, sacralità di un tempio personale, il corpo, da donare a chi la Donna desiderava. Una donna che risponde solo agli Dei ed all'Amore.

"Eros che scioglie le membra
nuovamente mi scuote,
dolceamara invincibile belva..."

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