giovedì 13 giugno 2013

donne dududu 10: Saffo

Vieni da Creta a questo sacro tempio
dove cresce per te un amabile bosco
di meli e dagli altari si leva
fumo d'incenso,

e di la' dai rami dei meli sussurra
un fresco ruscello, ovunque s'allarga
ombra di rose, da mormoranti fronde
stilla sopore,

il prato delle cavalle
è in germoglio di fiori primaverili,
dolce soffia la brezza...

...

cingiti qui della tua benda, Cipride,
in coppe d'oro con un lieve gesto
versa nettare divino mescolato alla festa.


nessuno sa quasi nulla di certo su Saffo, figuriamoci io. Tutto ciò che scrivo viene da alcune letture a dalla mia fantasia, forse intuizione, forse speranza, forse da un antico e arcano sapere che si palesa a brevi lampi quando dormo..
così anche se vi sembrerà di sentirmi parlare con sicurezza, sappiate che le mie sono solo le sciocche illazioni di una donna che sogna..
Poetessa, la prima che si ricordi nella storia, e donna.
Osannata quanto Omero, a differenza di lui mise l'intimità dell'amore e della vita personale, piccola e quotidiana, in primo piano, al posto di guerre, grandi eventi ed eroi epici.
Nobile, ma esiliata.
Data in sposa ad un uomo, dal quale ebbe anche una figlia, cantò decisamente più le donne, oppure la bambina, che non suo marito od altri uomini.
Sacerdotessa, sicuramente secondo me, alla guida di una congrega di donne e ragazze.
Donna fragile, capace di sentimenti delicatissimi, ma fortemente consapevole di sé stessa e del proprio valore.
Quindi, di nuovo, una diversa è quella di cui scrivo qui.
Stavolta nessuna infanzia povera, Saffo appunto era nobile. Ma il tempo era di certo un altro, era un tempo in cui, a volte, la nobiltà aveva ancora un qualche significato, anche esoterico, aveva ancora valore, e pure qualche regola di vita e comportamento.
Fu in virtù della sua nobiltà, della non necessità di sposarsi prestissimo e lavorare in casa, oltre che chiaramente di una predisposizione, che Saffo fu probabilmente iniziata a dei Segreti che in gran parte noi abbiamo perduto, come abbiamo perduto la stragrande maggioranza dei suoi versi, bruciati con la mitica biblioteca di Alessandria.
Anche questo, la rarità dei suoi scritti, insieme al dolore struggente della perdita degli altri, contribuisce a renderla irraggiungibile, ma eternamente viva..ad aspettarci nel bosco di meli vicino al ruscello.. non posso non sorridere all'idea di quanto antica e universale sia Avalon..come le altre Sacerdotesse, come La que sabe, come la Donna di un milione di anni, anche Saffo aspetta che ci ricordiamo di lei, di loro e di noi stessi..

"Come una dolce mela rosseggia alta sul ramo
alta sul ramo più alto: non l'hanno vista i coglitori."
"Oh sì, l'hanno vista, ma non hanno potuto raggiungerla."

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