giovedì 15 marzo 2012



guardare i dipinti di Frida è sempre difficile, perché sono crudi, a volte macabri e magari sembrano anche un po' splatter. Come questo. E' inquietante e complesso e magari a molte persone, almeno come primo impulso fa venir voglia di girare la testa dall'altra parte.
Come fai davanti alla malattia, davanti alla diversità, davanti al dolore, davanti alla Morte. Ma a volte possiamo pensare che siano altre le cose da cui restare schifati, come la crudeltà di chi ti ferisce, piuttosto che le ferite in se'. Come l'arroganza di chi si crede sempre meglio degli altri. Come le cose fatte male che vengono fatte passare come perfette invece di ammettere che perfette non sono. Come chi abusa dei deboli, e si può essere deboli come abusatori in svariate maniere.
Non mi fanno schifo le ferite, non mi fa schifo un corpo che non sia nei comuni canoni, non mi fa schifo una persona malata, non mi fa schifo Signora Morte che tiene nel suo calderone tutte le anime, e le cura con amore, finché non approdano alla luce della vita e quando poi ritornano dalla luce per rituffarsi nel calderone. Non mi fa schifo chi ha paura, chi sbaglia, chi incasina le cose. Non mi fanno schifo i ribelli, i poveri, chi è caduto per terra ed è tutto sporco e insanguinato.
Mi fanno schifo la malignità deliberata, la malevolenza, la malafede, le bugie dette ed architettate per fare i propri interessi pur sapendo che qualcun altro ci rimetterà e soffrirà. Preferisco un quadro apparentemente naif e grezzo o magari con temi poco "ripuliti", ad uno di maniera, sempre uguale a mille altri, fatto per compiacere chi paga, e che viene magari da una magnifica mano ma da un'anima vuota, o persa.
I significati in questo quadro sono tanti, veramente tanti. Ma oggi mi soffermo su questo.
Oggi Frida mi dice "questa sono io, la luce del giorno ti mostra la mia nuda verità e le mie ferite. Guardami."
E poi "questa sono io, la luce della luna ti mostra la bellezza strana, selvaggia, potente e spaventosa della mia anima. Guardami."

1 commento:

  1. Secondo me le parole vivono di vita propria - indipendente dagli individui che nel corso della vita le usano senza rendersi conto del loro potere. Non per niente tanti sono bugiardi anche con se stessi (non sono esente da questa falsità, benché lotti per la verità)
    Nel caso specifico del post, per me le parole che hai usato descrivendo il quadro sono evocative: la bellezza selvaggia dell'anima non è solo descritta ma è anche creata dalle tue parole - ad esempio quando citi la luna.
    Femminilità e luna sono due parole indelebilmente legate, come il sole è (erroneamente?) associato al genere maschile - non a caso c'è sangue nel riquadro a sinistra?

    Ciao!

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