sabato 5 novembre 2011
troiane
Adoro Euripide. Nei cinquanta libri dello scorso anno ho postato Medea e Le Baccanti, oggi tocca a loro. Ancora donne. Stavolta sono le reduci dalla distruzione di Troia. Ettore e Achille sono morti, Odisseo non è ancora un eroe positivo ma un uomo sleale e cattivo, Clitemnestra deve ancora assassinare Agamennone. La storia si svolge sulle rive del mare, con Troia che brucia. Le donne troiane sono lì, che aspettano di essere destinate all'uno o all'altro guerriero. Sono spaventate, sole, disperate e stordite.
C'è Ecuba, moglie di Priamo e madre di Ettore, che ha perso tutti, tutti.
C'è Cassandra, stuprata a disonore di lei stessa e di Apollo del quale era sacerdotessa, che gioisce nel vedere nel futuro la morte propria e dell'odiato Agamennone. E tutti la scambiano per matta. Forse lo è.
C'è Andromaca. Mi è venuta la lacrima a leggere di lei, che ha perso Ettore, e si amavano sul serio. Ma soprattutto, ovviamente, mi viene la lacrima quando leggo che, su suggerimento di Odisseo, il piccolo Astianatte le viene tolto dalle braccia per essere buttato giù da una rupe. Non ce la posso fare.
C'è Elena, quella vacca. La causa di tutti i mali. Elena che nonostante tutto fa tenerezza perché capisci che l'essere volubile è la sua natura, che non ha fatto quel che ha fatto per sete di potere o di ricchezze, almeno non solo. L'ha fatto perché era piena di desiderio. E che vuoi farci, poveraccia anche lei.
Gli uomini non hanno molta importanza, qui. Non sono sti gran fighi. Sono arroganti o crudeli o ridicoli, al meglio sono degli illusi che credevano di fare grandi cose ma son morti.
Un uomo, uno solo, si rivela essere un personaggio positivo, e straordinario. E' il dolce Taltibio. E' un araldo, un servo. Forse capisce quanto sia triste essere schiavi, e prova compassione per le troiane. Forse aveva vissuto libero e spensierato prima di essere un servo e capisce quanto si soffra a ricordare il tempo felice quando si è nella miseria. Forse è semplicemente un uomo buono. Taltibio è rispettoso, empatico, corretto. E' fedele ai greci, ma prova pena e dispiacere sinceri per il destino delle troiane, e vergogna per certe decisioni crudeli ed arroganti dei suoi padroni. E' il mio preferito.
Alla fine, le donne devono partire come schiave. Astianatte viene ucciso veramente. E noi sappiamo che Menelao la perdonerà Elena, che Agamennone vedrà la morte, e questo sarà il seme di altre tragedie. Sappiamo che Ecuba si tramuterà in cagna, e che Odisseo vagherà per anni prima di poter tornare a casa, e forse dopo aver letto qui ci viene da pensare che un po' se lo sia meritato.
Non è una favola della buonanotte, è una tragedia. Lo sapevamo. E' difficile e crudele e amara come la vita.
Ma è come la vivi a darle il suo valore.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento