giovedì 1 luglio 2010
ragazze che amano ragazze
Direi che il titolo è chiaro. Il libro è la versione cartacea de "I viaggi di Nina", un docu-film a puntate andato in onda su La7 qualche anno fa. E che io naturalmente non ho visto, ma nel 2007 sono stata impegnata a partorire e a separarmi, quindi sono giustificata.
Comunque.
Al di la' del fatto che non ho visto lo sceneggiato, leggo questo libro con stupore perché, pur essendo parzialmente inserita nel mondo LGBT, non posso fare a meno di chiedermi: ma sono io che vivo in una dimensione parallela o è proprio che questo mondo è completamente nascosto? So per esperienza che le persone hanno idee simili su moltissime cose, e non importa il loro orientamento sessuale, ma so anche che i gay, le lesbiche ed i trans, vivono un mondo che spesso ci è oscuro. E parlo di gusti musicali, luoghi di ritrovo, libri culto, personaggi amati, modi di fare, sport preferiti..Ripeto, un mondo. Un mondo di idee anche, di opinioni sulla società e sulla realtà che li -ci- riguarda.
Le storie raccontate nel libro mirano tutte a mostrare la normalità delle vite di queste donne, le loro esperienze che, pur essendo speciali (se fossero noiose nessuno avrebbe messo in onda lo sceneggiato), sono comuni, e vissute in modo comune. Ma la realtà è che loro, le protagoniste, non vengono considerate donne normali, e spesso fingono o hanno finto di essere diverse da ciò che sono per inserirsi. Salvo poi accorgersi che, primo, se hai certe idee di solidarietà e soprattutto di rispetto delle diseguaglianze, automaticamente non sei inserita. Se sei donna, raramente sei inserita. Se sei single, magari con uno o più figli, scordatelo. Quindi, a questo punto, fanculo le menzogne e il malessere che ne deriva. Queste donne si sono dichiarate. Tutte. Chi molto tempo fa, chi poco prima di apparire nel film, chi proprio in occasione delle riprese. E finalmente, cazzo. Perché un conto è tutelare la propria privacy, un conto è evitare di dire delle cose che invece, se fossi etero, diresti. Tipo "sono innamorata, sono felice". Tipo "la mia ragazza ed io abbiamo comprato un cane". Tipo "ho gli occhi gonfi perché il mio amore mi ha lasciato dopo quattro anni". Cose semplici, apparentemente. Ma mica cazzate, quando devi far finta di niente e non parlarne con nessuno.
E i "normali" dove sono? Quelli inseriti, i cittadini di serie A, quando riconosceranno le realtà LGBT? Perché spesso, quando ti dichiari gay o bisessuale o trans, a parte chiederti come si fa a scopare le domande non sono ne' molte ne' varie. A volte basterebbe un "come ti ci senti?". Ho apprezzato una mia amica, una di quelle sempre dichiaratesi "orgogliosa di essere etero", che mi ha chiesto, con semplicità e umiltà, "com'è una coppia gay?quando esci con una coppia gay, sono diversi dalle altre coppie?". E' stato un passo, è stata una domanda diversa da quelle che si sentono di solito, è stato un guardare oltre il "chi fa l'uomo e chi la donna". Per carità, nessuno è obbligato ad interessarsi a niente, ma dato che quasi tutti giudicano di continuo, almeno ci dovrebbe essere una qualche base su cui appoggiarsi, per farsi una opinione.Oppure, se a uno non frega niente di come vivono quelli diversi da lui, non dovrebbe permettersi di commentare, ne' tantomeno di giudicare. Il mondo gay e trans è veramente sconosciuto ai più, e sono dell'opinione che ogni cosa che sia di aiuto a togliere qualche velo, è benvenuta. Nel caso di questo libro, oltre che benvenuto è anche valido, divertente e fa riflettere. Quindi ancora meglio.
Ah, c'è il gay pride a Roma sabato. Per chi non lo sapeva.
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