Se davvero la Tredicesima Fata fosse Madre Natura.. perché l’Anima-Rosaspina è figlia di un altro padre e di un'altra madre? Se seguiamo tutte le tradizioni mitologiche, il Re e la Regina che generano l’Anima sono Madre Terra e Padre Cielo.. quindi la Tredicesima Fata probabilmente è qualcun altro.. l’Immanenza? La Mortalità stessa, che arriva ad annunciare la propria presenza e la propria ineluttabilità?
Se Madre Terra e Padre Cielo, Regina e Re, sono immortali, la Tredicesima Fata annuncia che la creatura da loro generata immortale non è. Ma anche questo, può essere vero? Se tutto rinasce, in nuovi tempi e con nuove forme, l’Anima che è l’essenza del ciclo Vita – Morte – Rinascita.. è per forza immortale.
Ma quando si incarna e reincarna, quando scende sulla terra, essa diventa mortale (cadrà a terra morta). La tredicesima Fata avvisa quindi che quando l’Anima deciderà di andare nel mondo, dovrà accettare (o subire) la propria mortalità. Se deciderà di rimanere legata alle cose terrene, di non ricongiungersi con il divino, allora rimarrà morta. La sua ricongiunzione con il divino sarà la chiave per tramutare la Morte in Sonno e quindi poi Rinascere. Il Paredro che arriverà a baciare Rosaspina porterà con se’ lo Spirito, il quale congiunto all’Anima creerà quell’Unione Sacra che E’ il divino..
Un annuncio ed anche un monito quindi.. quando Rosaspina arriverà alla torre più alta del castello, che tradotto significa che arriverà alla testa dato che il castello rappresenta il corpo.. quando lei ci arriverà, ed entrerà nella mente per poterla usare da sola, con il proprio arbitrio, allora si pungerà. Perché la libertà dell’arbitrio si paga con la morte dell’Anima divina. Quando siamo uniti al divino non abbiamo arbitrio, dato che il divino comprende tutto.. ogni scelta, ogni possibilità.. non possiamo che essere perfezione, in quanto il Divino è perfetto.
Quando abbiamo possibilità di scelta significa che siamo immersi in qualcosa di imperfetto, cioè nel mondo terreno. Ma- ci avvisa la Fata- se decideremo di restare sempre e solo nel pensiero terreno, pur acquisendo la Libertà di scelta perderemo la Libertà assoluta, quella che fa sì che quando si guarda l’Anima profonda “non si può fare a meno di volerle bene”. La Libertà di non dover scegliere, perché siamo già perfetti nel Divino, è necessariamente perduta da Rosaspina quando lei sceglie di stare nel Mondo, ma non dovrebbe essere il punto di arrivo. Il punto di arrivo dovrebbe essere il Risveglio.
Tutto questo, è in un certo modo la Fata stessa a renderlo reale. Continuo a pensare che non sia solo una che annuncia qualcosa. E’ la tredicesima fata a decidere che il libero arbitrio si paga con la morte al divino. Questa forse, come mi suggerisce Lu, è una lettura diversa e forse semplicistica della Cacciata dall’Eden. Ma non assume il tono di una punizione, qui. Anche se i partecipanti alla festa si spaventano e disperano, in realtà la Tredicesima Fata non dice, al contrario di come fa Javeh nella Bibbia, “siccome mi avete disobbedito pagherete con la mortalità”. Qui non ci sono punizioni. Leggendo la fiaba, non si legge che la Fata volesse punire coloro che non la avevano invitata alla festa. Lei arriva, dice quello che ha da dire, e se ne va. Dice che quando l’Anima sceglierà il solo tipo di libertà che la vita terrena ci concede, morirà al divino. E dice che, se l’Anima sceglierà di rimanere in quel tipo di libertà terrena, si dimenticherà di essere Divina e allora la sua Morte sarà definitiva. L’arrivo del Paredro non è da leggere come “un aiuto esterno” secondo me.. bensì come uno strumento interno a noi stesse che ci permetterà di Ricordare.. di ricordare che veniamo da un altro posto, che siamo altro oltre che Umani liberamente pensanti.. che possiamo tornare dai nostri Genitori Divini e anche tornare nel mondo.. ma per farlo, per fare avanti e indietro, dobbiamo essere integrate altrimenti lasceremmo in giro qualche pezzo.. e questo non si può fare. Che tu voglia stare nel paradiso dei tuoi Genitori oppure nel mondo, devi andarci con tutta te stessa. Anima e Spirito. . L’arrivo del Paredro e la sua unione con l’Anima permettono una Iniziazione. Tale Iniziazione ci fa tornare consapevoli di chi siamo. A questo punto, parafrasando la mitologia avaloniana, saremo in grado di chiamare la Barca e di muoverci, Integrate, fra i due Mondi..
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Complimenti, analisi meravigliosa. Non sono molto lucida ma provo a commentare: dal mio punto di vista la scelta di escludere il punto di vista divino per far i conti con la concretezza materica (numero di posti a tavola) è la causa prima di quanto accade. La tredicesima fata comunica allora che la nostra scelta farà sì che la nostra creatura (qualsiasi cosa essa sia: un amore, un progetto, perfino un taglio di capelli) non potrà vivere davvero. Sarà destinata a perire nelle gabbie del tempo - si pungerà con qualcosa che svela la mancanza del divino nella genesi.
RispondiEliminaUn grande cammino di cecità, anima addormentata, e poi forse un risveglio doloroso per un evento. Al che mi chiedo: forse siamo chiamati a mettere sempre il divino come ingrediente delle nostre scelte e non fermarci al numero di posate sul tavolo. Il che equivale a dire: restituire all'amore il primato sulla ragione. Forse detto così sembra banale; dopo tutto, la verità, se esiste, è semplice.