lunedì 27 gennaio 2014
Grimilde e l'invidia dell'Ego
Questa volta la strega è proprio cattiva secondo me, e non solo secondo me. Non riveste il ruolo iniziatico che riveste Baba Jaga.
Biancaneve, come tutte le fanciulle buone ed orfane di madre delle fiabe, rappresenta l’Anima, ed è l’erede del potere femminile che aveva sua madre, ormai morta. A soli sette anni però si ritrova a dover affrontare la folle invidia della sua matrigna. Perché una dovrebbe essere invidiosa della bellezza di una bimbetta di sette anni?? Perché la Bellezza di cui si parla qui è, secondo me, una Bellezza come quella in cui crede Haria. Una Bellezza divina, che Grimilde invidia perché non ce l’ha. E non può sopportare che una creaturina indifesa, sola, inconsapevole, abbia un dono del genere. Grimilde vuole essere la migliore, la più apprezzata, quella che detta le regole, e si accorge che la Bellezza di Biancaneve invece la oscurerà.
Si accorge che la Bambina inizia a diventare bella. In altre parole, l’Ego si accorge che la bimba divina chiamata Anima inizia a mostrare il segno della propria Sovranità regale. All’Anima non importa essere la migliore, non passa il tempo a controllare se gli altri la apprezzano e la considerano bella ed accettabile. Non ha bisogno di uno specchio magico per sapere la verità. L’Anima è già sovrana e porta la Verità con se'. L’Ego però non tollera di passare in secondo piano. E viene roso dall’invidia e dal desiderio di usurpare il trono.
Grimilde non dorme la notte per la rabbia contro la Bambina Sacra.
Grimilde vuole un ruolo che non è il suo, e sa che se la società la vedrà come la più bella, allora non avrà importanza la propria legittimità. Se l’Anima sarà morta, allora nessuno vedrà quanto Grimilde stia mentendo, e la sua vittoria sarà definitiva.
Grimilde sa che non basta tenere l’Anima nascosta o sopita. Che non serve abbruttirla. O la uccidi o non ne esci, lei è sempre e comunque la più bella.
Grimilde impersonifica tutto ciò che c’è di egooistico: invidia, brama di potere, gelosia, desiderio di primeggiare a scapito degli altri, falsità e doppiezza. Ma chi di noi non ha desiderato mettere l’Anima da parte, e lasciare che l’Ego la facesse da padrone? Chi di noi non si è vergognato, in questo mondo indurito e crudele, di quella bambina che porta dei segni decisivi, segni spesso oggetto di scherno, rabbia, giudizio, invidia?
Il bianco virginale della nostra purezza, del nostro sguardo pulito di bambini. Ci abbiamo messo anni e lavoro per perderlo, o almeno mascherarlo, dandoci un tono da gente vissuta. Ci hanno messo anni ed aggressività, tutti o quasi attorno a noi, credendo chi più chi meno di “svegliarci”, di farci diventare furbi, credendo che quello della purezza fosse un velo che ci impediva di vedere la realtà. Ed offrendoci invece, più o meno consapevolmente, una realtà molto più distorta e fasulla.
Il rosso del sangue con cui ogni mese paghiamo la nostra capacità di dare la vita. Ci abbiamo, anche qui, messo anni a trovare i modi migliori perché nessuno si accorgesse del nostro ciclo. Anni per imparare a nascondere e calmare ogni dolore, per essere sempre produttive, sempre apposto, sempre sexy. Anni ad imparare a sedare il più possibile gli sbalzi d’umore, invece che accompagnarli. Ci hanno fatto tutti intendere, uomini e donne, mariti e madri, che il sangue non è una cosa che gli altri devono notare. La tenda rossa ha lasciato il posto ad una molto più igienica crocetta sull’agenda.
Il nero della vecchiaia e della morte. Da sempre impariamo a temerlo, ad evitare persino di parlarne. Ogni giorno la crema in faccia e tutti i rimedi che possiamo permetterci, per fare in modo che i segni del tempo non si vedano sul nostro corpo e sul nostro viso. Tutta la vita passata ad aver paura della morte nostra e altrui, a trattarla come se non ci fosse vicina, come se non fosse la morte a renderci vivi.
L’Anima possiede caratteristiche che ci hanno insegnato essere spiacevoli, pericolose, da evitare e nascondere.
Invece Grimilde, oh lei è vincente. Adulta, Regina, bellissima, sveglia, non guarda in faccia nessuno e sa il fatto suo. Lei sì che è socialmente accettabile.
Ma l’Ego è, appunto, egoista, per sua natura usurpatore.
Dobbiamo ricordarlo. Biancaneve è la Sovrana. E non perché sposa il principe. Lui serve, in questa storia più che in altre, il suo ruolo è indiscusso, ed è secondo me quello di Paredro, fratello e marito e forza creativa. Ma la Divinità, la Regina, è lei.
Per ora mi fermo. Spero di saper dire abbastanza con i prossimi post.. la carne al fuoco è davvero tanta..
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Spodestare l'Ego e ridare gli occhi all'anima affinché non veda mura e battaglie ma orizzonti assoluti. C'è una sfida più grande che sognare le nuvole da adulti?
RispondiEliminaGrazie M. per questo splendido e illuminante post.
Lu
Molto bello ❤️
RispondiElimina