Alla festa erano invitate le tredici fate.
La prima entrò, portò la tempesta di vento e disse:
“ Ho visto la viltà e le oppongo lo sdegno.”
La seconda fata portò con sé pioggia e disse:
“ Ho visto la violenza e le oppongo il potere”.
La terza fata portò neve e disse:
“ Ho visto la confusione e le oppongo risate”.
La quarta fata portò gelo e disse:
“Ho visto la menzogna e le oppongo la forza di trasformazione”.
La quinta fata portò ghiaccio e disse:
“ Ho visto il tradimento e gli oppongo l’ispirazione”.
La sesta fata entrò, portò pietre e disse:
“ Ho visto l’odio e gli oppongo il sapere”.
La settima fata spalancò la porta, portò con sé i raggi della luna e disse:
“Ho visto la stupidità e le oppongo la responsabilità”.
Entrò l’ottava fata, portò la luce del sole e disse:
“ Ho visto la distruzione e le oppongo il piacere”.
Con una risata leggera la nona fata aprì la porta e parlò:
“ Ho visto la durezza e e le oppongo il fluire delle acque”.
La decima fata fece irruzione attraverso la porta e parlò:
“ Ho visto la paura e porto con me la danza”.
L’undicesima fata entrò e disse:
“ Ho visto l’invidia e le oppongo la tenerezza”.
La dodicesima fata entrò e parlò:
“ Ho visto la malattia e le oppongo la musica”.
Infine entrò la tredicesima fata e tutte si sedettero a un grande tavolo a forma di triangolo.
“ Ho visto la sottomissione, ovunque “ disse la tredicesima fata alle sue sorelle. “
E ora è tempo di contrapporle la libertà”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento