" Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti, ma ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare.
A questo punto coincia la danza."
eccola qua, Philippina. Che vita incredibile gente.
Una bambina poverissima, che lavora fin da quando è piccola. Zero possibilità, zero occasioni. Stimoli pochi, se non quelli che nascono dentro a se' stessa. Ma sono abbastanza, sono tantissimi, valgono una vita intera. A quindici anni ebbe una piccola, singola, umilissima occasione, la colse ed il suo volo durò per tutta la vita.
Pina cambiò tutto perché unì il balletto, storicamente elegante, etereo e muto, al teatro ed alla parola, poi prese questa miscela e la diede in pasto ai suoi ballerini, o meglio ai suoi danzattori, e chiese loro di masticarla e metterci del proprio. Unì la rappresentazione alla realtà, e ne ricavò il DanzaTeatro. I ballerini di Pina facevano lo spettacolo insieme a lei, esprimevano le proprie emozioni con tutto quello che avevano, corpo voce oggetti di scena.
La vita, la danza. Tutto è Uno. Quello che molti di noi nel proprio percorso arrivano a capire, o che cercano in se' stessi come una illuminazione o come l'esito di un lungo cammino, Pina lo capì e lo espresse con il DanzaTeatro. Forza e delicatezza, potenza e fragilità, urla e sussurri, musica e solitudine. Un soffio, un salto, una macchia sfuggente che riempie il vuoto. Una bambina sperduta, una donna coraggiosa, un corpo che si spinge al limite, un corpo che muore di cancro a 68 anni. Tutto insieme, tristezza e felicità, dolore e amore, lutti e gioie sfrenate, tutto mescolato, tutto integrato in una cosa sola. La Vita.
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